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Detrazioni fiscali: il tira e molla delle pompe di calore e degli impianti geotermici a bassa entalpia

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L’Aula del Senato ha approvato un emendamento del Governo al DL 63/2013 che estende la detrazione del 65% (ex 55%) prevista per i lavori di riqualificazione energetica, anche alle pompe di calore ad alta efficienza e agli impianti geotermici a bassa entalpia, che non erano stati inclusi nella prima stesura del decreto legge

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Il disegno di legge 63/2013 di conversione dell’omologo decreto legge in materia di efficienza energetica e misure fiscali, nel passaggio in prima lettura dell’Aula del Senato introduce –con un emendamento del Governo- la possibilità di avvalersi della detrazione fiscale del 65% anche per le spese sostenute per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con quelli a pompa di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia.
Nella prima versione del decreto varato dal Governo all’inizio di giugno, l’articolo 14 del decreto-legge n. 63/2013 escludeva, infatti, dalle detrazioni fiscali, “le spese per gli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia nonché delle spese per la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria”.
L’emendamento, approvato a larga maggioranza da Palazzo Madama, torna ad estendere la detrazione del 65% (ex 55%) prevista per i lavori di riqualificazione energetica anche a questa tipologia di impianti, che in assenza dell’emendamento, avrebbero potuto fruire esclusivamente del bonus previsto dal Conto Energia.
L’iniziale esclusione era stata motivata con la mancanza di risorse necessarie a garantire la copertura economica, che adesso è stata trovata in un fondo di previsione di spesa del ministero dello Sviluppo. «Nell’ultimo testo approvato –ha specificato Salvatore Sciascia, relatore di maggioranza in aula del provvedimento- si tratta di 200mila euro per quest’anno, 2 milioni di euro per il 2015 e 1,5 milioni per gli anni dal 2015 e 2024».
Soddisfazione da parte del settore è stata espressa con le parole del presidente di Co.Aer, l’associazione costruttori apparecchiature ed impianti per la climatizzazione e pompe di calore, che plaude alla decisione di tornare ad estendere la detrazione del 65% (ex 55%) per i lavori di riqualificazione energetica anche alle pompe di calore, riconoscendo così il grande contributo che questa tecnologia può dare in termini di riduzione dei consumi energetici e di incremento nell’utilizzo di rinnovabili.
«Il potenziale delle pompe di calore –ha dichiarato Bruno Bellò, Presidente Co.Aer– è riconosciuto da tempo, era quindi incomprensibile la loro esclusione da questo strumento straordinario che intende ridare slancio al mercato. Questo importante risultato è stato ottenuto anche grazie all’impegno del Co.Aer, che in questi ultimi mesi ha attivamente partecipato a una serie di incontri con le Istituzioni per evidenziare l’importanza delle aziende che operano nel settore della climatizzazione, un settore con una forte tipicità italiana, e di tutta la filiera».
Un plauso anche da parte dei geologi italiani che avevano sollevato il problema: «solo poche settimane fa -ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi- avevamo lamentato che la geotermia non fosse stata inserita tra gli incentivi previsti nell’Eco–Bonus per la detraibilità fiscale del 65%.  Conto termico prima ed Ecobonus dopo, avevano sempre visto la geotermia a bassa entalpia fuori da seri incentivi. Oggi esprimiamo grande apprezzamento per la decisione adottata dal Governo di inserire anche gli impianti a pompe di calore. Finalmente si va nella giusta direzione».
«Investire sulla geotermia –ha aggiunto Graziano– significa peraltro puntare su una filiera tutta italiana di produzione di beni e di servizi a elevata qualità ecologica, promuovendo un’idea di benessere non più legata alla crescita del consumismo, ma allo sviluppo di consumi più equi e consapevoli. Nei prossimi dieci anni, per il geotermoelettrico in Italia potrebbero essere pronti investimenti per 1 miliardo  di Euro. Questo senza dubbio ci aiuta ad uscire dalla crisi».
Adesso il disegno di legge di conversione passa alla seconda lettura della Camera dei Deputati; l’auspicio è che non ci siano altre sorprese!