Lo ha fatto parlando a margine della Cop 21 di Parigi e lo ha fatto in modo chiaro: nel futuro, ci sarà spazio solo per soluzioni basate su nuovi mix energetici, basta con i combustibili fossili.
“Crediamo” ha detto Descalzi, “che il futuro sia fatto da rinnovabili e gas, le fonti meno inquinanti. Questo è un processo abbastanza lungo perché, come dice l’Iea (International Energy Agency), nel 2050 il 74-76% dell’energia sarà ancora fossil fuel. Quindi dobbiamo convivere con questo, riducendo il contributo delle fonti più inquinanti. È necessario, nel settore elettrico, come ha fatto la Gran Bretagna, annullare il contributo del carbone. Questo basterebbe da solo a farci rispettare i due gradi. Su questo punto bisogna lavorare molto. così come dobbiamo lavorare anche per recuperare il contributo del gas in Europa. Negli ultimi 6-7 anni infatti è aumentato l’utilizzo del carbone, ma si è ridotto di circa 100 mld di mc all’anno quello del gas. In Europa abbiamo infrastrutture molto importanti che possono trasportare 650 mld di mc, ne stiamo usando solo un terzo. Gli investimenti li abbiamo già fatti, si tratta solo di perseguire le giuste policy per arrivare all’obiettivo di unire gas e rinnovabili”.
Descalzi, che certo non avrebbe potuto parlare male del gas, ha poi proseguito dicendo di avere auspicato ”che oltre a porre i target dei 2 gradi e della riduzione delle emissioni del 40%, importanti entrambi, si definissero delle politiche e degli accordi tra i paesi. Altrimenti difficilmente si arriva a un risultato. Ci sono paesi che hanno fatto molto bene e mi riferisco alla Gran Bretagna che ha introdotto l’Eps (Emission Performance Standards) che è una modalità per valutare l’efficienza delle centrali a carbone o elettriche e che fa chiudere le centrali che non rispettano questo grado di efficienza. La Gran Bretagna, puntando sull’Eps, e quindi sulla riduzione del carbone, ha ridotto in un anno le sue emissioni del 25%. Penso che sia un caso estremamente positivo. Questo l’ha fatto con una policy. Ha imposto questa forma di prezzo sulle emissioni che non è un carbon pricing reale, non è una tassa, ma diventa una analisi dell’efficienza delle performance”. “In Europa invece c’è stata la policy di dare sussidi alle rinnovabili e questo va bene, ma se dall’altra parte non ci sono policy che impediscono la crescita di un carburante molto inquinante come il carbone alla fine si annulla il beneficio delle rinnovabili. Quindi si crea un mix energetico paradossale, incomprensibile. In questo modo non possiamo pensare di raggiungere delle policy adeguate”.