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Decreto competitività. Il Dl è tornato in commissione per riscrivere le norme contestate.

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Respinte le pregiudiziali di costituzionalità, il governo mette la fiducia
La Ragioneria boccia gli sconti catastali al fotovoltaico

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Marzio Bartoloni

Il decreto competitività prova a correre tra mille ostacoli verso il traguardo. Un rush al cardiopalma cominciato ieri sera a Montecitorio dove non sono mancati i colpi di scena tra le barricate delle opposizioni. A tenere banco in serata, dopo che l’aula ha respinto le questioni pregiudiziali, è stato il semaforo rosso della commissione Bilancio che ha costretto il decreto a tornare velocemente nelle commissioni per riscrivere due norme contestate: una sull’accatastamento di immobili con impianti fotovoltaici, finito nel mirino della Ragioneria, e l’altro sull’aliquota agevolata sulle emissioni di titoli da parte di Cdp. Che dovrà prima passare, questo il paletto introdotto, al vaglio preventivo della Ue. Inserito in extremis anche un chiarimento sui tre scaglioni dello spalma incentivi che non riguarderà gli impianti sotto i 200 kw. Un tira e molla sui lavori parlamentari che ha infastidito anche il presidente della Camera, Laura Boldrini: «Non si può andare avanti a singhiozzo».
Oggi comunque la Camera voterà sulla questione di fiducia, avanzata ieri notte dal Governo, prima del sì previsto per domani in aula al decreto che poi tornerà di corsa al Senato dove entro venerdì – Ddl riforme permettendo – dovrebbe essere licenziato definitivamente prima della pausa estiva (scade il 22). «Il decreto andrà in Gazzetta nei tempi e non decadrà», conferma il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti. Il ritorno a Palazzo Madama per la terza lettura è un passaggio obbligato dopo lo stralcio alla Camera di alcune norme bocciate dall’Esecutivo – come il finanziamento di 500 milioni alle Poste in gran parte "sottratti" alla dote per il pagamento dei debiti Pa – che si aggiunge ad alcune modifiche approvate venerdì scorso dalle commissioni Ambiente e Attività produttive. Tra queste se ne segnalano alcune favorevoli al settore del fotovoltaico: la più importante è probabilmente quella che alza la soglia di applicazione della disciplina dello scambio sul posto fino a 500 kW (oggi è 200) per gli impianti a fonti rinnovabili che entrano in esercizio a decorrere dal primo gennaio 2015. «Se nel decreto abbiamo ridotto gli incentivi sovradimensionati del passato – avverte De Vincenti – con questa misura si creano spazi nuovi di sviluppo per l’industria italiana del fotovoltaico».
Sempre sul fronte energia si segnala anche un emendamento che "salva" tutto il settore del trasporto ferroviario delle merci (non solo quello transfrontaliero) dal taglio delle agevolazioni tariffarie elettriche che continuerà dunque a colpire il resto del comparto escluso il servizio universale (80 milioni di incentivi in meno): dal gruppo Fs ai privati di Ntv contrarissimi a questa misura che rischia di far decollare i costi. Il settore cargo tira invece un sospiro di sollievo (il taglio costava 40 milioni). «La misura ci avrebbe dato la mazzata finale visto che negli ultimi 5 anni il trasporto ferroviario è calato del 40%», spiega il presidente di Assofer Guido Nicolini. Che vede in questa retromarcia un «segnale positivo nel percorso di riequilibrio tra le varie modalità di trasporto in Italia».
Tra le altre misure destinate al fotovoltaico c’è anche l’esclusione degli oneri di sistema sull’energia autoconsumata per gli impianti di piccola taglia (fino a 20 kW). Dopo lo stop della Bilancio per ragioni di copertura è stata invece cancellata la norma che interveniva sulla controversa questione del valore catastale degli immobili serviti da impianti fotovoltaici: la norma cassata prevedeva la variazione obbligatoria della rendita solo nel caso in cui la potenza fosse maggiore di 7 kW e il valore dell’impianto incrementasse di oltre il 40% la rendita.