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Dall’Ordine dei Geologi delle Marche via libera alla geotermia e stop al fotovoltaico

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Il fotovoltaico è spesso troppo d’impatto sul paesaggio marchigiano, per i geologi è meglio sviluppare la geotermia.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Per l’Ordine dei Geologi delle Marche la geotermia è da considerare la nuova frontiera delle energie rinnovabili, quindi è una fonte da implementare. Questo è quanto è emerso dal convegno “La Geotermia nell’ambito delle rinnovabili”, organizzato dall’Ordine dei Geologi delle Marche al Teatro della Fortuna di Fano (Pu) in collaborazione con l’Università di Urbino, il Comune di Fano e il Collegio provinciale dei Geometri di Pesaro e Urbino.
Un appuntamento per discutere delle linee guida già presentate dai geologi alla Regione Marche per promuovere questa forma di energia considerata per il paesaggio meno impattante degli impianti fotovoltaici. «Secondo l’analisi dell’Unione geotermica italiana – ha spiegato Enrico Gennari, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche – gli utilizzi diretti della geotermia potrebbero crescere in Italia, entro il 2020, fino a otto volte rispetto ad oggi, dal momento che non devono essere superate barriere tecnologiche».
Per Gennari «le prospettive di crescita degli impianti di geoscambio con il sottosuolo dipenderanno, in gran parte, dalla definizione di un’idonea legislazione regionale, da politiche d’incentivazione pubblica e dalla diffusione di una cultura della risorsa geotermica come energia rinnovabile e sostenibile».
Quindi le tecnologie ci sono, secondo i geologi marchigiani, quello che serve è la volontà di applicarle ed è questo che chiedono alla Regione oltre a rivedere i programmi di sviluppo di un’altra fonte rinnovabile, ovvero il fotovoltaico.
«E’ necessario oggi fare una riflessione sul fotovoltaico – ha sostenuto Gennari – anche alla luce del decreto del ministero dello Sviluppo economico dello scorso 5 maggio, che sollecita un dietrofront su questo tipo di impianti, e sul suo eccessivo impatto sul territorio. Un fattore di criticità che non si presenterebbe con lo sviluppo della geotermia».
Poiché le Marche non sono un territorio in cui sono presenti giacimenti geotermici profondi ad alta temperatura, ciò a cui si riferiscono i geologi è lo sfruttamento delle basse entalpia, possibile in ogni parte del territorio.
«Nelle Marche, infatti, – ha aggiunto il presidente dell’Ordine dei Geologi – si potrebbero prevedere impianti a bassa entalpia, cioè di geoscambio in cui lo scambio di energia avviene, costantemente durante tutto l’anno, a una bassa profondità di terreno». «L’avanzamento delle tecnologie – ha continuato – prevede l’utilizzo di pompe di calore con investimenti di realizzazione contenuti, ammortizzabili in cinque-dieci anni, come per altri impianti di produzione di energia rinnovabile». Gennari ha poi sottolineato quelli che sostiene essere i pregi della geotermia, cioè «la produzione di energia pulita e zero impatto paesaggistico». Certamente bisogna prevedere la realizzazione degli impianti con la necessaria attenzione in relazione alle caratteristiche fisiche e idrogeologiche del terreno. Su questi aspetti «i geologi, quindi, si propongono come tecnici esperti, conoscitori della materia, valutatori della sostenibilità degli interventi ma anche progettisti delle soluzioni tecnologicamente più appropriate d’intesa con gli impiantisti e gli altri operatori del settore». E’ stato poi Daniele Farina, dell’Ordine dei Geologi, a rilevare che «l’intento è quello di potenziare la collaborazione con la Regione Marche per la predisposizione di una normativa di settore che regoli e incoraggi un impiego oculato e rispettoso dell’ambiente di questa promettente tecnologia». In attesa che la Regione risponda, intanto hanno ottenuto una piena apertura da parte dell’Assessore alle Infrastrutture del Comune di Fano, Mauro Falcioni, che ha annunciato «l’intenzione del Comune di attivare un bando, d’intesa con l’Ordine dei Geologi Marche, per l’assegnazione dell’area dell’ex mattatoio prevedendo l’installazione di un impianto geotermico a bassa entalpia che – ha spiegato l’assessore – insieme all’inserimento di pannelli fotovoltaici, ci fornirebbe energia senza alcun dispendio a parte l’investimento iniziale».