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Dall’America alla Francia la Toscana attrae investimenti A Larderello il centro turbine di Ge. McPhy punta su Ponsacco

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Di questo e di altri investimenti in terra di Toscana, compreso un possibile e innovatore utilizzo delle turbine del Pignone, altrimenti dedicate a metano e petrolio, nelle energie rinnovabili di cui è ricca la Toscana (geotermia e biomasse), hanno parlato in Usa Rossi e Jeff Immelt, ceo mondiale di Ge e nominato da Obama a capo del comitato per lo sviluppo economico degli Usa.

Fonte: La Repubblica- Firenze

Autore: Ilaria Ciuti

E SE le grandi aziende estere non disdegnassero per niente la Toscana, in barba a quanto invece si dice e si piange? Se, messe in grado di approfittare di un mix di competenze, università, laboratori, subfornitori, corressero qui nonostante la crisi, le lungaggini burocratiche e l’improbabile costo dell’energia in Italia? Ci crede il presidente della Regione, Enrico Rossi, al ritorno dalla trasferta in Usa. Anche perché l’esempio concreto più eclatante viene da una grande realtà come General Electric e dal quartier generale della sua divisione Oil&Gas (tutto per metano e petrolio) che è già a Firenze, al Pignone di Rifredi. Ge si espande: da Rifredi alle colline di Larderello dove è restata priva di scopo l’area di Sesta. Lì, prima delle moderne tecnologie e dei nuovi combustibili, l’Enel testava i bruciatori delle turbine per le sue centrali. Ora Ge ha identificato l’area per insediarvi, attraverso un accordo con Regione e Enel, la sala prove delle nuove generazioni di turbine che la multinazionale si appresta a progettare: accendendo realmente il fuoco nei bruciatori dei prototipi, come altrove non si potrebbe fare. Un balzo in avanti per l’alta tecnologia, ma anche l’occasione di creare occupazione, attraverso ingegneri progettisti, collaudatori, lavoratori del laboratorio di Larderello e, in seguito, anche delle due linee per costruire le nuove turbine, una a Firenze e una nello stabilimento di Massa.
Di questo e di altri investimenti in terra di Toscana, compreso un possibile e innovatore utilizzo delle turbine del Pignone, altrimenti dedicate a metano e petrolio, nelle energie rinnovabili di cui è ricca la Toscana (geotermia e biomasse), hanno parlato in Usa Rossi e Jeff Immelt, ceo mondiale di Ge e nominato da Obama a capo del comitato per lo sviluppo economico degli Usa. Con loro, anche Dan Heintzelman, ceo di Oil&Gas al Pignone, con cui Rossi si è congratulato per le performance dell’azienda fiorentina e le relazioni con il mondo della ricerca e delle pmi: dalla collaborazione tra Ge e Regione per attrezzare l’area dell’Avenza dove si assemblano i pezzi dei macchinari per la missione Gorgon di Ge in Australia (in questo senso Sesta è un passo in avanti perché destinata a progettare e costruire non solo assemblare), al bando di gara regionale per la ricerca vinto recentemente dal Pignone che per il progetto ha messo in rete università e 16 piccole aziende; oppure, il protocollo di ricerca fatto da Ge con le medesime università e il laboratorio Pontlab di Pontedera.
In America non c’è solo la multinazionale interessata alla Toscana. Altri scambi sono stati progettati tra Rossi e Rick Perry, governatore del Texas che è il simbolo, in controtendenza anche in Usa, di uno stellare successo economico. Il Texas spiegherà alla Toscana le politiche per attrarre investimenti e trasferire la ricerca all’impresa. La Toscana gli offrirà cultura, moda, prodotti tipici, competenze sanitarie e nella ricerca. E a investire non è solo il gigante Ge. Altri capitali stranieri sbarcano in regione proprio in questi difficili giorni. La francese McPhy, che tramite un processo rivoluzionario produce pile a idrogeno per lo stoccaggio di energia, ha appena deciso di investire a Ponsacco dove aveva già comprato la piccola Piel ma ora vuole moltiplicare per dieci la produzione, passando da 10 addetti perlomeno a una settantina. La scorsa settimana i giapponesi di Yanmar hanno investito nel progetto da 300 mila euro «Smart User» basato su un trigeneratore capace di usare tre fonti di energie alternative, insieme a Enel, Università di Firenze, S.D.I. Elettronica spa di Pisa e Pontlab di Pontedera. Lunedì sarà inaugurato a Livorno il centro di microchip semiconduttori della multinazionale Dialog Semiconductor che ha sede in Germania. Coinvolgendo 20 ingegneri elettronici.