Per superare la crisi economica e trovare nuove prospettive in campo energetico, non c’è convegno, conferenza o programma politico che non faccia riferimento al fatto che bisogna “investire in ricerca e sviluppo”. Certo nessuno contraddice questo mantra, ma poi vediamo che il nostro Paese non figura mai tra i primi della classe, né a livello europeo né a quello mondiale (vedere gli indici forniti dalla Commissione Europea del 2014) e come al solito in quasi tutti i settori industriali sono sempre i soliti noti (Germania, USA, Giappone) a guidare le classifiche.
Eppure c’è un settore, come la geotermia, nel quale il Belpaese gioca alla pari con nazioni più ricche e blasonate, ottenendo importanti successi proprio nel campo della ricerca e dello sviluppo. Le notizie di questi ultimi giorni vanno ad arricchire un già prestigioso curriculum a livello internazionale e confermano la vitalità del settore, rilanciando l’esperienza Toscana non solo come regione in cui è nato l’utilizzo industriale della risorsa geotermica ma anche come comprensorio in grado di fare sistema tra imprese, università e comunità locali.
La prima buona novità riguarda il mondo della ricerca pura, dove Alessandro Franco e Maurizio Vaccaro –rispettivamente docente di Fisica Tecnica Industriale e dottore di ricerca in Energetica Elettrica e Termica all’Università di Pisa– sono risultati vincitori del prestigioso “IGA Best Paper Award 2015”, premio internazionale messo in palio dalla IGA (International Geothermal Association) destinato agli autori di lavori particolarmente significativi relativi all’energia geotermica presentati sulle varie riviste tematiche durante il quinquennio 2010-2014. I due studiosi sono stati premiati per il loro articolo dal titolo An integrated “Reservoir-Plant” strategy for a sustainable and efficient use of geothermal resources, pubblicato nel 2012 sulla rivista “Energy” e che sintetizza i risultati di una ricerca multidisciplinare sul tema dell’utilizzazione sostenibile dell’energia geotermica.
La seconda rilevante notizia interessa invece la seconda parte del binomio R&D, ovvero quando la ricerca da mera “teoria” diviene “applicazione”, e quindi “sviluppo”. Enel Green Power ed Empresa Nacional del Petróleo (ENAP), la società statale cilena attiva nel settore degli idrocarburi, hanno avviato infatti in Cile i lavori per la costruzione di Cerro Pabellón, il primo impianto geotermico di tutto il Sud America e che sarà anche il primo al mondo costruito a 4.500 metri sopra il livello del mare. La centrale è composta da due unità da 24 MW per una capacità installata totale lorda di 48 MW. Cerro Pabellón, una volta in esercizio, sarà in grado di generare circa 340 GWh all’anno, equivalenti al fabbisogno annuale di quasi 165 mila famiglie cilene, evitando così l’emissione in atmosfera di più di 166 mila tonnellate di CO2 all’anno. L’investimento complessivo richiesto è di circa 320 milioni di dollari. La centrale implementa un progetto il cui know how è stato sviluppato in Toscana, nelle aree geotermiche comprese tra le province di Pisa, Siena e Grosseto.
Infine, la terza notizia parla di noi: anche quest’anno infatti, CoSviG ha partecipato a “Firenze Technologica” con uno spazio per illustrare le proprie eccellenze nel campo R&D (Ricerca e Sviluppo) e trasferimento tecnologico nell’ambito delle tematiche energetiche. La tappa fiorentina del roadshow del circuito SMAU è stato il palcoscenico ideale per presentare i due Laboratori di CoSviG in grado di esprimere competenze avanzate nel settore delle strutture al servizio delle imprese nei campi dell’energia, dell’Oil&Gas e della geotermia in particolare. Il primo dei due laboratori, SestaLab, nel comune di Radicondoli, in provincia di Siena, è uno dei più importanti laboratori al mondo per prove in scala reale dei combustori per turbine a gas. Il secondo, CEGLab (acronimo che sta per Laboratorio del Centro di Eccellenza per la Geotermia di Larderello), è uno dei pochissimi laboratori ad accesso pubblico in Italia per l’erogazione di servizi in geotermia per facilitare la diffusione dell’innovazione e la valorizzazione energetica delle potenzialità derivanti dal calore del sottosuolo.