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Dalla ricerca militare…il fotovoltaico sotto il mare

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Da una ricerca a scopi militari si aprono incredibili scenari per lo sviluppo dell’energia solare

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E’ notorio che moltissime invenzioni pensate per uso militare abbiano poi trovato, nel tempo, la loro principale applicazione in ambito civile. Si pensi ad esempio ad Internet, pensata per inviare istruzioni di lancio alle basi missilistiche in caso di collasso della rete telefonica o di comunicazione tradizionale. O al GPS, che usiamo nei navigatori satellitari o addirittura alle padelle antiaderenti, il cui rivestimento è stato sviluppato in ambito militare, sicuramente per scopi diversi dalle omelette. Ecco quindi che anche la ricerca della Marina Militare statunitense potrebbe avere delle ricadute in campo civile che potrebbero considerevolmente migliorare il nostro stile di vita.
Gli scienziati del US Naval Research Laboratory, Electronics Science and Technology Division, infatti, si sono “tuffati” in una ricerca fotovoltaica sott’acqua per lo sviluppo di celle solari in grado di produrre energia sufficiente a far funzionare i sistemi di sensori elettronici a una profondità di 9 metri.
La ricerca, nasce appunto da esigenza militari, poiché i sistemi e i sensori di apparecchiature e/o piattaforme subacquee sono fortemente limitate dalla mancanza di fonti di energia a lunga durata. Ad oggi, questi sistemi devono fare affidamento sull’approvvigionamento da terra (via cavo), su  batterie incorporate o sull’energia solare fornita da una piattaforma galleggiante. Tutte soluzioni che non sempre sono congeniali per i militari. I tentativi di utilizzare il fotovoltaico in immersione hanno avuto fino ad ora un successo limitato, principalmente a causa dell’utilizzo di celle fotovoltaiche ottimizzate più verso lo spettro solare terrestre senza impedimenti.
"Anche se l’acqua assorbe la luce solare, la sfida tecnica è quella di sviluppare una cella solare che possa efficacemente convertire questi fotoni subacquei in elettricità." ha detto Philip Jenkins, capo del  NRL Imagers and Detectors Section.  Anche se l’intensità assoluta della radiazione solare è inferiore sott’acqua, il contenuto spettrale è stretto e si presta pertanto ad alta efficienza di conversione se la cella solare è ben adattata alla lunghezza d’onda. I precedenti tentativi di operare le celle solari subacquee si sono concentrati su celle solari al silicio cristallino e, più recentemente, a celle di silicio amorfo.
Ma adesso i ricercatori militari sembra abbiano trovato un materiale più idoneo ed efficiente, il gallio indio fosfuro (GaInP), con cui realizzare celle particolarmente adatte per il funzionamento sott’acqua. I risultati preliminari a una profondità massima di 9,1 metri rivelano in uscita di 7 watt/metro2 di celle solari, sufficienti per dimostrare che è possibile catturare e utilizzare l’energia solare anche sott’acqua.
Uno scenario che potrebbe aprire nuovi scenari energetici anche e sopratutto in ambiti applicativi civili.