Cinquemila posti di lavoro all’anno da oggi al 2020, con un totale complessivo di occupati che alla fine del periodo considerato avrà superato quota 67mila.
L’energia del vento, anche nel nostro Paese, comincia a spingere con sempre maggior vigore il lavoro, soprattutto nelle regioni del Centro Sud: operai specializzati, ingegneri elettrici e meccanici, esperti in gestione e organizzazione, economisti, troveranno opportunità di impiego dalla Puglia all’Emilia Romagna. Secondo l’Anev, l’Associazione nazionale energia del vento, e la Uil, che insieme hanno preparato uno studio sul potenziale occupazionale dell’industria eolica, grazie alla crescita dell’attenzione verso le rinnovabili, al miglior grado di efficienza delle turbine e degli impianti per la creazione di energia elettrica e agli incentivi nazionali e comunitari dedicati al comparto, nei prossimi nove anni in Italia nasceranno complessivamente 19.431 posti di lavoro diretti e oltre 48mila nel comparto, con un primo picco di assunzioni previsto per il 2012 e un secondo tra il 2015 e il 2016.
I dati, che saranno presentati nella cornice dell’Eolica Expo, che si tiene da oggi fino a venerdì alla Fiera di Roma, oltre a essere una buona notizia per l’asfittico mercato del lavoro nazionale sono però anche l’occasione per fare il punto sull’universo della formazione dedicata alle figure professionali più ricercate dalle società e dalle aziende che si occupano di progettazione, installazione e gestione dei parchi del vento. «L’energia eolica rappresenta una possibilità occupazionale per tantissimi giovani e per tutte le specializzazioni accademiche – sottolinea Simone Togni, che è il presidente dell’Anev -. Per questo d’intesa con la Uil ormai da quatto anni organizziamo dei corsi di formazione dedicati ai professionisti provenienti da diverse esperienze didattiche e lavorative che vogliano operare nel mondo dell’eolico o anche solo approfondire le conoscenze di questo settore».
Lo scopo dei corsi è quello di dare ai partecipanti informazioni e competenze necessarie per avere una formazione quanto più completa sull’universo dell’energia eolica e di immettere poi i corsisti in un network di informazioni, contatti e opportunità nel settore. Uno scopo che l’Anev e la Uil perseguono attraverso due tipologie di corsi: uno base, che è aperto a tutte le professioni e offre informazioni a 360 gradi sul mondo dell’eolico, e uno avanzato, che è riservato ai profili professionali a più alta specializzazione. «Il primo è una full immersion della durata di cinque giorni, comprende anche una giornata di studio e approfondimento tecnico presso un parco eolico ed è quello più adatto a chi non abbia dimestichezza con il settore e con le sue problematiche – precisa Togni -. Il secondo invece è di livello superiore ed è articolato in diversi corsi monotematici: minieolico, parchi off shore e incentivazione fiscale e normativa».
Numerosi e ad ampio spettro gli argomenti trattati nel corso delle lezioni: dalla tecnologia dell’eolico alla gestione e manutenzione degli aerogeneratori, dalle modalità attraverso cui enti e privati possono accedere a finanziamenti per lo sviluppo dell’energia eolica al mercato degli incentivi, dalle modalità di negoziazione con le parti fino all’aggiornamento sulle normative e sui processi di sviluppo. «Grazie a questa impostazione didattica e al nostro metodo, destinati ad abbracciare il maggior numero possibile di laureati, da quelli in Ingegneria Gestionale a Scienze della Comunicazione passando per Economia – conclude il presidente dell’Anev, che annuncia anche la nascita per il prossimo anno di un master post lauream – abbiamo formato periti elettrici e meccanici, impiegati alla manutenzione, amministrativi, operai specializzati ma anche impiegati di fascia alta, quadri e manager del comparto in grado di occuparsi di sviluppo, gestione e valutazione dei parchi».
Figure professionali che – sottolinea ancora lo studio sulle prospettive occupazionali elaborato dal’Associazione e che ha potuto contare sulla collaborazione dell’ufficio studi della Uil – andranno a inserirsi in un mercato del lavoro che si aprirà soprattutto nelle regioni del Centro Sud: secondo le proiezioni sarà la Puglia, con 11.714 nuovi occupati (di cui oltre 9mila nell’indotto) da oggi al 2020, quella che beneficierà maggiormente dello sviluppo del comparto eolico in Italia seguita dalla Campania (8.738 addetti previsti), dalla Sicilia (7.537), dalla Sardegna (6.334 nuovi impiegati) e dalle Marche (5.641).