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Dal risparmio energetico una spinta al settore

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il nuovo governo Letta si muove verso una proroga del bonus 50-55%, ma il settore delle riqualificazioni potrebbe aver bisogno di un’iniezione “di sistema” per far decollare veramente il business del risparmio energetico.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Michela Finizio

l 3 febbraio 2011, durante il tour alla Penn State University, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato la campagna «Better Buildings Challenge», sottolineando come gli edifici «sprechino un’enorme quantità di energia». Per la precisione, negli Usa così come a casa nostra, sono responsabili per circa il 40% dei consumi energetici.
Ancora in attesa di un piano nazionale, in Italia invece l’efficientamento degli edifici fa lo slalom tra migliaia di provvedimenti (nazionali e locali) che incentivano le ristrutturazioni, unico segmento dell’immobiliare che chiude osservatori e rapporti congiunturali con segno positivo. Infatti, mentre il mercato del nuovo langue (-17% gli investimenti nel residenziale nel 2012) e le compravendite tornano ai livelli degli anni Ottanta, le risorse investite in manutenzioni straordinarie di abitazioni esistenti hanno registrato una crescita – seppur minima – dello 0,8%, con previsioni di incremento al 3% nel 2013. In sostanza è l’unico segmento in cui, dal 2008 al 2013, i fatturati delle impres
e di costruzioni sono cresciuti (+12,6%).
Fanno ben sperare anche i dati dell’ultimo osservatorio MutuiOnline, per cui circa il 20% dei prestiti richiesti nei primi mesi del 2013 dalle famiglie italiane sono finalizzati alla ristrutturazione della casa (+3% rispetto al 2012), per un importo medio di circa 22mila euro. In sei anni di defiscalizzazione delle riqualificazioni, inoltre, gli italiani hanno investito ben 57,9 miliardi di euro (dal 2007 al 2012), suddivisi tra le varie fasce di agevolazione. Solo per la detrazione fiscale del 55% nel 2011 sono state presentate 280.700 richieste di intevento (dato Enea).
Come anticipato dal Sole 24 Ore dell’11 maggio scorso, il nuovo governo Letta si muove verso una proroga del bonus 50-55%, ma il settore delle riqualificazioni potrebbe aver bisogno di un’iniezione "di sistema" per far decollare veramente il business del risparmio energetico. Gli operatori chiedono la semplificazione degli adempimenti, l’accorpamento delle agevolazioni e il coordinamento di ben 1.003 regolamenti edilizi comunali (Onre – Legambiente) che oggi si muovono in ordine sparso per normare le costruzioni green. Basta pensare che, se si inizia un intervento facendo i pagamenti per il 36-50%, non si può poi passare all’incentivo del 55% se durante i lavori si ottengono i requisiti.
Due anni fa, oltreoceano, Obama ha invitato operatori e proprietari immobiliari a «rendere le case degli americani gli edifici più efficienti del mondo», una sfida che potrebbe generare 114mila posti di lavoro negli Stati Uniti (stima del Political Economy Research Institute). Oggi, in Italia, una politica di filiera di questo tipo potrebbe far leva su un enorme bacino di immobili sfitti e degradati che necessitano di manutenzioni. Solo a Milano si contano ben 3.700 case popolari vuote, da ristrutturare, che potrebbero contribuire a ridurre il disagio abitativo in città. A cui si aggiungono oltre 1,6 milioni di unità in Italia ad alto rischio sismico che, a un anno dal terremoto dell’Emilia, chiedono di essere messe in sicurezza.