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Dal mucco pisano al pollo valdarnese: Venti razze tipiche a rischio estinzione

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Dal cavallo monterufolino al pollo del Valdarno, il rischio di estinzione arriva anche in stalle e pollai. Colpendo in modo particolare una regione come la Toscana che nella ricchezza e varietà delle sue razze d’allevamento ha sempre avuto un tratto distintivo.

Fonte: La Nazione, Cronaca Toscana

Autore: Lisa Ciardi

Dopo l’allarme lanciato dalla Fao in merito al rischio di scomparsa del 17% delle razze presenti nel mondo, Coldiretti Toscana ha mappato allevamenti e aziende agricole di casa nostra. E ha così verificato, grazie ai dati dell’associazione regionale allevatori, che ce ne sono ben venti a rischio estinzione, suddivise tra mucche, pecore, capre, cavalli e maiali.
«BENCHÉ la Toscana sia leader nazionale nell’allevamento di alcune razze da carne tra le più importanti e apprezzate, come la Limousine e la Chianina – spiega Tullio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – e sia la patria mondiale della bistecca alla fiorentina, la situazione è molto fragile per una ventina di razze di animali che combattono, ogni anno, contro l’estinzione. Grazie all’impegno degli allevatori per garantire la biodiversità e alle risorse messe in campo dal Psr regionale (Piano di sviluppo rurale), stiamo comunque lavorando perché continuino a esistere. Molto importanti sono stati i nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica». Tra i bovini «salvati», ecco la maremmana, oggi uscita dalla fase acuta dell’emergenza, con 2.221 capi iscritti al libro genealogico e 74 allevamenti in Toscana. La salvaguardia della biodiversità ha arricchito anche le pecore autoctone, come la zerasca (o agnello di Zeri) che, in pochi anni, è riuscita a superare l’emergenza e a sfiorare nel 2013 le 2mila unità, suddivise in una cinquantina di aziende. Consistente crescita anche per la pecora massese, con i suoi 13.500 capi e 72 allevamenti, seguita dall’appenninica che sfiora quota 6mila esemplari in 48 aziende. Meno importanti i numeri (benché in crescita) per la pecora dell’Amiata (1.850 esemplari), per la pomarancina (1.780 capi) riunita in un consorzio che ne valorizza la carni, e per la garfagnina bianca che conta poco più di mille animali.
A UN PASSO dalla scomparsa invece la razza bovina pontremolese che, pur essendo salita di alcune unità, conta meno di 60 esemplari. Rarissima anche la garfagnina con circa 180 capi, mentre continuano a calare la pisana (più famosa localmente con il nome di Mucco Pisano) e la Calvana, che contano rispettivamente circa 470 capi e 460 capi ciascuna. Tra gli equini, una considerazione a parte la merita il cavallo monterufolino della Contessa Wrangler, moglie di Ugolino della Gherardesca. Una razza molto diffusa nell’area delle Colline Metallifere, nell’entroterra pisano, un tempo usata per il trasporto a sella o a calesse, e addirittura nel circo. La sua storia risale agli inizi del 1900, ma oggi questi animali sono costretti a lottare per la sopravvivenza. Infine, gli allevatori stanno cercando di inserire nel prossimo Psr, fra le razze a rischio, anche il pollo del Valdarno, la capra di Montecristo e la pecora dell’Amiata.