Numerosi gli appuntamenti per il mese di ottobre della Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili, fondata nel 2009 dai produttori insieme a CoSviG, SlowFood Toscana e Fondazione per la Biodiversità. Un’associazione in crescita nei cui obiettivi sempre più produttori stanno avendo fiducia; il Consiglio, infatti, sta per ratificare l’ingresso nella Comunità di tre nuovi soggetti.
Contestualmente alla presenza all’interno del padiglione SlowFood dal 28 al 4 Settembre, adesso la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana si è trasferita ancora più al centro dell’Expo. I prodotti dei soci della Comunità del Cibo, (formaggio, olio, vino, pane casalingo, pesto, dolci di castagne, birre artigianali, carni di agnello “pomarancino” e di cinta senese, pasta, tutti realizzati con energie rinnovabili e con materie prime toscane), sono stati infatti i protagonisti, giovedì 1 ottobre, di una degustazione all’interno del padiglione Enel. Una Esposizione Universale questa (ricordiamo dedicata al cibo, all’ambiente, alla vita ed alla natura) in cui ben si inserisce una realtà come la Comunità del cibo, che della salvaguardia delle tradizioni gastronomiche, delle razze e cultivar locali, e del rispetto per l’ambiente ha fatto il proprio cavallo di battaglia.
Domenica 11 ottobre la Comunità del cibo sarà presente alla centrale geotermoelettrica di Enel Green Power “Sasso 2”, nel comune di Castelnuovo Val di Cecina, per la realizzazione del buffet di chiusura di “Centrali Aperte”, manifestazione di Enel che ogni anno apre le porte delle centrali elettriche al pubblico. Un’ulteriore occasione per degustare prodotti di qualità nel suggestivo scenario “geotermico” delle fumarole e delle biancane.
Tutto questo mentre, grazie ad un accordo tra CoSviG e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, i produttori sono in attesa della seconda visita degli studenti dell’Università piemontese che dalla seconda metà del mese di ottobre saranno ospiti nelle aree geotermiche e potranno rendersi conto, visitando le aziende della CCER (insieme a CoSviG, dichiarate sedi didattiche dell’Ateneo), che un modello produttivo diverso da quello convenzionale è possibile, redditizio e sostenibile.