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Crisi del gas o mancanza di proposte alternative?

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Prima lo stato di allerta poi l’emergenza vera e propria hanno fatto scattare la seconda fase della crisi del gas, con l’attivazione delle procedure straordinarie per far fronte al calo delle forniture. Ma c’è chi obietta che non mancherebbero al Paese soluzioni per evitare di trovarsi in stato di crisi.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Tra i grandi consumatori mondiali d’energia, l’Ue è quella con il più alto livello di dipendenza delle importazioni: sul totale dei consumi primari europei il gas naturale conta per il 26 %; per l’Italia questo rapporto sale fino al 37%. Nei settori di consumo finale, la dipendenza dal gas è di circa il 23% in Europa e raggiunge il 30 % in Italia.

Ne deriva che una crisi di offerta si ripercuote sia sul lato dei consumi delle famiglie che utilizzano il gas per il riscaldamento sia dal lato della produzione di energia elettrica che secondo i dati Terna al 2010 ammonta a 148,3 miliardi di kWh, pari al 67,1% del totale, Da cui la decisione da parte del Comitato d’emergenza di far subentrare alle centrali che funzionano a gas, le centrali ad olio combustibile.

C’è stato chi, come il Commissario europeo all’industria Antonio Tajani, ha tirato di nuovo in ballo il nucleare per far fronte a future crisi e chi invece ha richiamato l’attenzione su fonti energetiche già disponibili nel nostro paese per affrancarsi dalla dipendenza del gas, almeno per quanto riguarda il settore termico.

«Mi auguro che l’urgenza di questi giorni –ha detto il presidente della Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili (Fiper), Walter Righini intervenendo sul tema- si traduca nella definizione di una politica energetica, che punti a valorizzare le fonti rinnovabili termiche nazionali: biomasse, biometano, geotermia, solare termico».

«Gli operatori –ha continuato Righini- aspettano da tempo l’emanazione dei decreti attuativi sulle nuove misure d’incentivazione. Anche questa è un’urgenza se si vuole davvero diminuire la dipendenza italiana nell’approvvigionamento del gas dall’estero».

All’Italia non mancano, quindi, le soluzioni per affrancarsi dalla dipendenza del gas. Spesso però manca la volontà politica per sfruttare a pieno l’enorme potenziale delle fonti pulite, tra cui quella geotermica.

Il motivo della scelta della fonte geotermica –scrive EGEC (European Geothermal Energy Council) nel Rapporto presentato al Geopower Europe 2011 a dicembre- è che questa è caratterizzata da una costante disponibilità in tutto l’arco dell’anno tanto che gli impianti geotermoelettrici presentano utilizzazioni medie (attestate) a piena potenza intorno alle 7.500 ore”. Oltre 312 giorni l’anno.

L’uso della fonte geotermica –si legge sempre sul Rapporto EGEC- è disponibile in tutta Europa con minore sfruttamento del suolo rispetto ad altre tecnologie per lo sfruttamento di fonti rinnovabili; nel confronto con le altre fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici sono confermate come le migliori grazie alla forte capacità produttiva della fonte primaria che però al momento è sfruttata nelle limitate zone territoriali che ne permettono lo sviluppo".

La fonte energetica geotermica può inoltre essere modulata in base al tipo di risorse, alla dimensione e alla natura delle attrezzature.

Secondo il rapporto per il settore del teleriscaldamento geotermico saranno a regime in Europa nel 2015, a fianco dei 212 impianti esistenti, ulteriori 200 impianti con una capacità totale di energia termica istallata pari a circa 4700MWth.

Riguardo agli incentivi, di cui è in discussione in questi giorni la bozza di riassetto, il presidente di EGEC, Burkhard Sanner, nella presentazione del rapporto aveva dichiarato che «L’energia geotermica riceve un supporto significativamente inferiore rispetto alle altre fonti rinnovabili e, nonostante questo, emergono continue tendenze positive, in termini di numero di nuove centrali e di impianti e sistemi di teleriscaldamento geotermici».

La raccomandazione espressa dal presidente di EGEC, per ottenere l’obiettivo che la geotermia possa dare un valido contributo al mix di energie rinnovabili in Europa è necessario un maggiore supporto e ulteriori investimenti, sia da parte del mondo politico che dell’industria. Solo così sarà possibile sfruttare il grande potenziale di risorse geotermiche di cui gode l’Europa.