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Cos’è l’Unione energetica europea (e cosa cambierà)

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Contratti per approvvigionamento di elettricità e gas, 44 mila prodotti ecolabel, performance di edifici e auto: tutto quello che Bruxelles vuole modificare

Fonte: wired.it

Autore: Federica Ionta

Bruxelles ha lanciato formalmente l’Unione energetica, il primo piano di settore condiviso a livello sovranazionale con cui conta di tagliare la spesa di elettricità e gas di 40 miliardi di euro ogni anno. Il grande obiettivo a cui si tende è la completa realizzazione del mercato interno per l’energia: uno spazio che ancora oggi non funziona, visto che circa due terzi degli Stati Membri controllano singolarmente i prezzi. Il risultato è un salasso per i consumatori, con bollette anche doppie rispetto a quelli di altri Paesi industrializzati, a cominciare dagli Stati Uniti.

Cambiano le definizioni – rottamato il vecchio concetto di “risparmio energetico” a favore della cosiddetta “moderazione dei consumi” – ma soprattutto si ridefiniscono gli obiettivi: l’Unione energetica europea punta a eliminare l’overdipendenza energetica del continente, creare finalmente un mercato interno dell’energia, tagliare i consumi specie quelli domestici. Prevista anche una clausola di solidarietà, per promuovere la cooperazione tra i Paesi Ue.

Il biennio 2015-2016 sarà un periodo chiave. La strada prevede risorse e riforme: un bando da 100 milioni di euro è stato lanciato il mese scorso nell’ambito del meccanismo CEF (Connecting Europe Facility), per dare una spinta alla costruzione di infrastrutture energetiche. L’altro punto riguarda una serie di riforme che passano per la revisione delle attuali direttive europee in materia di efficienza energetica, emissioni e lotta ai cambiamenti climatici, con ricadute su cittadini e imprese.

IN ARRIVO LA RISERVA STABILIZZATRICE DEL MERCATO DELLE EMISSIONI

Tra il 2015 e il 2017 l’industria delle rinnovabili sarà oggetto di una nuova Direttiva europea con target temporale al 2030. Cambierà anche l’attuale sistema ETS (Emissions Trading System), che oggi interessa circa 11 mila tra centrali e impianti di produzione oltre alle compagnie aeree che operano in Europa (circa il 45% delle emissioni nell’Ue oggi è limitato dal sistema ETS). L’idea qui è di introdurre una riserva di mercato in grado di neutralizzare gli impatti negativi dell’eccedenza di quote disponibili.

DECARBONIZZARE I TRASPORTI SU STRADA

Nel settore dei trasporti sarà rivista la normativa comunitaria che regola i livelli di emissioni per automobili e furgoni: i Regolamenti saranno modificati entro il 2017 con entrata in vigore dopo il 2020, con l’obiettivo di decarbonizzare i trasporti su strada.

TRASPARENZA DEI CONTRATTI

Entro il 2016 sarà modificata la Direttiva sulle misure di sicurezza dell’approvvigionamento di elettricità e per gli investimenti nelle infrastrutture, in vigore dal 2006, e del Regolamento sull’approvvigionamento di gas. L’obiettivo è la diversificazione delle fonti e dei fornitori per incentivare l’indipendenza energetica del Vecchio Continente, che oggi importa ancora il 53% dell’energia che consuma. Sempre sul fronte delle forniture dai paesi extra-Ue si vuole rafforzare la trasparenza dei contratti commerciali tra Stati membri e paesi terzi.

CAMBIANO LE REGOLE PER 44 MILA PRODOTTI ECOLABEL

Entro il 2016 cambieranno anche le regole per quanto riguarda la performance energetica degli edifici (il 40% dell’energia consumata in Europa viene utilizzato nelle abitazioni, di questo l’80% per esigenze di riscaldamento) e l’efficienza nelle produzioni industriali, incluse le direttive su ecodesign ed ecolabel. Oggi in Europa sono in vendita più di 44 mila prodotti con 2.010 licenze ecolabel; circa la metà dei beni (19.480 unità) e 344 licenze interessano direttamente le aziende italiane.