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Cooperazione internazionale per la geotermia

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Il Giappone sta progettando di sostituire il nucleare con nuove centrali geotermiche e si affida per questo anche alla cooperazione internazionale.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

E’ quanto è emerso dal workshop organizzato dall’ European Geothermal Energy Council (EGEC) presso il Comitato economico e sociale europeo, in collaborazione con il Centro UE-Giappone per la cooperazione industriale e la Missione dell’Islanda presso l’UE.

L’EGEC è un’associazione internazionale no-profit cui fanno parte 110 membri tra imprese private, enti di ricerca, associazioni e autorità pubbliche appartenenti a ventidue paesi europei.

L’obiettivo di EGEC, che a sua volta fa parte dell’International Geothermal Association (IGA) è quello di promuovere lo sviluppo della risorsa geotermica.

L’evento ha riunito i responsabili politici, i rappresentanti delle organizzazioni di ricerca, e i gruppi industriali per discutere di come l’Europa, l’Islanda e il Giappone potrebbero cooperare sullo sviluppo geotermico.

In particolare si è cercato di individuare come sfruttare l’enorme potenziale globale di energia geotermica attraverso la cooperazione nella ricerca e sviluppo, nelle nuove tecnologie e il trasferimento di conoscenze.

La geotermia è stata indicata come una risorsa rinnovabile di base perché può essere attiva 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, non è condizionata da effetti atmosferici e non mostra variazioni stagionali.

Il seminario è stato diviso in tre sessioni: la prima focalizzata sul contesto politico e storico della geotermia, il secondo rivolto al trasferimento di tecnologie verso i paesi terzi e la terza sessione su come si sta muovendo la politica pubblica in questo settore.

La principale conclusione cui sono giunti i partecipanti al workshop è il fatto che l’energia geotermica può essere e sarà un contributo importante nel mix energetico futuro sia per i paesi dell’Unione Europea, sia per il Giappone ma anche dei paesi in via di sviluppo.

In particolare il Giappone sta progettando di sostituire l’energia nucleare con nuove centrali geotermiche e si affida per questo anche alla cooperazione internazionale.

Un giudizio comune dei partecipanti è stato espresso anche nei confronti dei decisori politici, delle autorità locali e delle imprese pubbliche che dovrebbero essere più consapevoli delle potenzialità offerte dalle risorse geotermiche disponibili e delle loro possibili applicazioni. Invece, la geotermia nonostante sia una fonte energetica ad alto potenziale e a basse emissioni, ha ricevuto uno scarso sostegno in particolare per quanto riguarda la ricerca e sviluppo (R&S).

«Se l’Europa vuole raggiungere il suo obiettivo di decarbonizzare l’energia –ha detto Burkhard Sanner, Presidente di EGEC- non sarà possibile senza un contributo sostanziale dell’energia geotermica. Perciò le cose devono cambiare».

Come? Con una maggiore attenzione a questo settore energetico e sostanzialmente con maggiori fondi di ricerca e sviluppo.

«Nella discussione su Horizon 2020, l’energia geotermica dovrebbe ricevere maggiore attenzione, anche attraverso maggiori investimenti nella R&S in cooperazione con i paesi terzi» ha aggiunto Sanner.

«L’energia geotermica convenzionale –ha continuato il presidente di EGEC- è già una fonte di energia competitiva, ma è realizzabile solo in alcune aree del pianeta. L’EGS (Enhanced Geothermal Systems, sistemi geotermici avanzati) invece, è una tecnologia innovativa che ha dimostrato con successo di permettere uno sviluppo geotermico ovunque in Europa. L’EGS potrà diventare competitiva in pochi anni se vi saranno dedicate adeguate risorse».