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Contro la recessione al Sud: geotermia e filiere territoriali

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Secondo la Svimez la Geotermia e le filiere industriali e logistiche territoriali potrebbero essere una buona risposta alla recessione nel Mezzogiorno.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

La Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha presentato alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, le sue proposte per rispondere ai dati negativi relativi all’andamento economico nelle regioni del Mezzogiorno, che si trovano in maggiore difficoltà rispetto alla situazione non certo positiva che si registra nel resto del Paese.

Dopo il crollo del Pil nel 2011 e la recessione certificata dall’Istat, secondo le stime Svimez, nel 2012 il Prodotto interno lordo italiano dovrebbe far registrare un calo dell’1,5%. Con un andamento peggiore previsto nel Mezzogiorno (-2%), rispetto al Nord (-1,3%).

Le previsioni sono altrettanto negative per quanto riguarda l’occupazione che, sempre secondo Svimez, farà registrare un calo medio nazionale dello 0,5%, con un -0,7% al Centro-Nord fino a spingersi a -1,6% al Sud. Dati ancora più negativi riguardano, infine, gli investimenti: il crollo previsto è pari al 5% nel Nord e addirittura all’8% nelle regioni del Sud.

L’analisi della Svimez ha individuato alcuni ambiti d’intervento nel Mezzogiorno che, in maniera prioritaria “possono garantire il perseguimento di obiettivi di sviluppo di carattere anticongiunturale e, al tempo stesso, strategici e di valenza nazionale”.

Una politica infrastrutturale e logistica al servizio di una strategia attenta alla valorizzazione di unopzione mediterranea, una coordinata politica per le energie tradizionali e rinnovabili, finalizzata allo sfruttamento tecnologico e sostenibile delle risorse naturali e ambientali e all’efficientamento e risanamento delle grandi aree urbane, ed interconnessa ad una rinnovata politica industriale selettiva e di filiera, l’ accesso al credito per il sostegno finanziario al tessuto di PMI -si legge nella relazione- rappresentano il terreno di sfida per un rilancio competitivo, con il Sud, dell’intera economia nazionale”.

In particolare per invertire il trend negativo e “far ripartire la crescita dal Mezzogiorno –sottolinea la Svimez- occorre puntare su filiere territoriali logistiche, sviluppo della geotermia, interventi selettivi di politica industriale”.

Il potenziale geotermico è, infatti, particolarmente alto al Sud, lungo il Tirreno meridionale, in Campania, Sicilia, Sardegna e Puglia, anche se ancora è praticamente inutilizzato.

Rispetto alla geotermia, scrive l’associazione, “E’ l’unica fonte energetica presente in Italia in quantità molto maggiore degli altri paesi europei, eccetto l’Islanda, e la maggior parte delle tecnologie necessarie per produrla sono made in Italy: per questo la geotermia è una strada da battere per il rilancio del Paese“.

Per consentire il decollo dell’energia geotermica -sottolinea l’associazione- sarebbero necessari interventi di cofinanziamento di grandi progetti di esplorazione, di impianti pilota e di adeguamento delle tariffe per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica per rendere convenienti gli investimenti, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese”.

Oltre allo sfruttamento della geotermia, che potrebbe trainare tecnologia e occupazione, sarebbe necessario –secondo Svimez- favorire la creazione di filiere territoriali, industriali e logistiche, soprattutto in determinati territori meridionali che già dispongono di porti commerciali, spazi retro portuali, attività economiche con un forte orientamento all’export promuovendo la formazione di ”reti” e, soprattutto, favorendo un maggiore accesso al credito.

La Svimez ha individuato nel Mezzogiorno sette aree vaste in cui potrebbe esservi una potenzialità di sviluppo di filiere industriali territoriali: Abruzzo meridionale (Pescara, Ortona, Vasto, Termoli); basso Lazio e alto casertano (Gaeta, Napoli); Torrese-Stabiese (Torre Annunziata, Napoli, Salerno); Bari-Taranto -Brindisi; piana di Sibari (Corigliano, Gioia Tauro); Sicilia orientale (Catania, Augusta); Sardegna settentrionale (Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano).

I settori economici maggiormente coinvolti potrebbero essere l’agroalimentare di eccellenza (pasta, vino, olio, conserviero, caseario, ecc.), utensileria, meccanica, aerospaziale e hi-tech.

Sul fronte industria, secondo la Svimez servono misure selettive per innalzare le dimensioni medie delle imprese promuovendo la formazione di ”reti” e favorendo un maggiore accesso al credito.