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Conoscere per prevenire: la nuova carta geologica dell’Italia centrale

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La Toscana collaborerà con Emilia Romagna, Marche e Umbria per realizzarla in scala 1:10.000.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Per tutelare il territorio, anche dagli effetti estremi messi in moto dai cambiamenti climatici, innanzitutto è necessario conoscerlo.

Per questo motivo la Carta Geologica dell’Italia è soggetta a periodiche revisioni e aggiornamenti.

La realizzazione della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000 ebbe inizio, in Italia, nel 1877, sulla scia di analoghi rilevamenti in corso in Europa e con lo scopo di mettere ordine nelle varietà di scale e rilevamenti già esistenti sul territorio nazionale.

Il lavoro andò avanti per “fogli” relativi ad altrettante aree geografiche ma si arrestò nel periodo delle due guerre mondiali, con una breve interruzione con l’attività di rilevamento da parte del Regio Ufficio Geologico della carta geologica delle Tre Venezie, in collaborazione con il Magistrato delle acque.

Solo nel 1960 la legge Sullo diede il via alla ripresa dei rilevamenti per il "Completamento ed aggiornamento della Carta Geologica d’Italia"e il Servizio Geologico fu incluso tra gli organi cartografici dello Stato. I rilevamenti fatti portarono alla pubblicazione della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000 che rimane, al momento, l’unica carta geologica ufficiale del territorio nazionale, in attesa del completamento della Nuova Carta Geologica alla scala 1:50.000, progetto CARG, affidato al Servizio Geologico, e quindi all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

La Regione Emilia-Romagna, impegnata nel Progetto Nazionale dal 1992 con il contributo attivo del personale del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, ha finora pubblicato 19 Fogli geologici alla scala 1:50.000, e sta ultimando la copertura dell’intero territorio regionale, sia montano che di pianura.

L’Emilia Romagna ha anche lanciato il progetto, cui ha aderito la Regione Toscana, della Carta geologica 1:10.000 dell’Italia Centrale, cui si aggiungeranno Umbria e Marche.

La giunta regionale, infatti, ha dato il via, su proposta dell’assessore regionale al governo del territorio Anna Marson, al protocollo d’intesa, che sarà firmato a gennaio con le altre tre Regioni, e costituisce la premessa per mettere in atto strategie comuni di tutela del territorio e del paesaggio.
«Di fatto –ha spiegato
Anna Marson – si attiva una collaborazione sinergica fra le quattro regioni per unificare e omogeneizzare i dati geologici, creando così delle banche dati geologiche e geotematiche condivise. La Toscana e l’Emilia Romagna hanno già predisposto la Carta geologica 1:10.000 completa in formato digitale per tutto il loro territorio, le Marche e l’Umbria sono in dirittura d’arrivo. Unendo le quattro componenti otterremo la Carta geologica dell’Italia Centrale. Poi avvieremo anche altri progetti condivisi».

Tra gli obiettivi comuni vi è anche la progettazione di carte derivate d’interesse comune, ripartendo tra le quattro amministrazioni i costi progettuali. In questo modo si potranno realizzare prodotti informativi che, adottati già dalle quattro regioni, possano diventare un punto di riferimento per gli sviluppi delle conoscenze geologiche anche per le regioni non ancora attrezzate, creando i presupposti per un lavoro che potrà essere “riutilizzato” da parte di altre amministrazioni.
«Siamo le prime quattro regioni in Italia –ha aggiunto Anna Marson – che operano in questa direzione e ci auguriamo, vista l’importanza di avere a disposizione un quadro geologico approfondito ai fini della tutela del territorio e del paesaggio, che anche altre regioni confinanti (penso soprattutto alla Liguria, ma anche al Lazio) si uniranno non appena avranno portato a termine la copertura geologica del proprio territorio»

«Se la conoscenza del territorio e dell’ambiente –ha concluso l’assessore Marson– e le banche dati che servono a descriverli sono risorse indispensabili per l’operare delle pubbliche amministrazioni, la progettazione di tali risorse conoscitive è un’attività complessa e ricca di responsabilità. E’ proprio sulla base di queste conoscenze, infatti, che operatori pubblici e progettisti valuteranno, elaboreranno e adotteranno decisioni».