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Confindustria: ‘con lo Sblocca Italia prorogare al 2015 l’ecobonus 65%’

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Ance: ‘nessuna risorsa aggiuntiva e ancora troppo poca la concorrenza nelle gare’

Fonte: Edilportale

Autore: Rossella Calabrese

Confermare anche per il 2015 la detrazione fiscale del 65% delle spese per i lavori di efficientamento energetico degli edifici. Lo ha chiesto Confindustria nel corso dell’audizione sul decreto Sblocca Italia (DL 133/2014) in Commissione Ambiente della Camera.
Risorse per la riqualificazione delle città, le scuole e la manutenzione del territorio sono invece state chieste dall’Associazione nazionale dei Costruttori Edili (Ance) il cui Presidente, Paolo Buzzetti, ha dichiarato: “Ci aspettavamo molto di più da questo provvedimento che doveva creare le condizioni per la crescita economica e invece si infrange sul muro dell’austerità”.
“Nonostante alcuni buoni interventi normativi – ha detto Buzzetti -, come quelli sugli affitti, la cura non è proporzionata alla gravità della malattia, anche sul mercato della casa. Tutti i dati più recenti parlano chiaro: la situazione è disperata. Il mercato interno è fermo perché la filiera dell’edilizia è ferma”, ha sottolineato il Presidente Ance. Troppi i punti dolenti: “nessuna risorsa aggiuntiva, ma solo riprogrammazione di quelle esistenti destinate alle grandi opere, ancora troppo poca la concorrenza nelle gare soprattutto quelle che riguardano i concessionari”.
È il caso, ad esempio, della possibilità di ricorrere a società in house dei Ministeri per l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Secondo l’Ance questa possibilità andrebbe soppressa. Stesso discorso per le concessioni autostradali nazionali, per le quali il decreto Sblocca Italia prevede la possibilità di unificare quelle interconnesse, contigue o complementari. Tale operazione, secondo l’Ance, sottrae il nuovo rapporto concessorio all’obbligo di affidamento con gara, con pregiudizio dei principi comunitari e nazionali in materia di procedure ad evidenza pubblica.
Inoltre, le disposizioni di semplificazione amministrativa e di accelerazione delle procedure per gli interventi di somma urgenza in materia di vincolo idrogeologico, di normativa antisismica e di messa in sicurezza degli edifici scolastici determinano – secondo l’Ance – “un forte restringimento della concorrenza e del mercato”.
Anche la semplificazione delle procedure in materia di bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati consiste nella possibilità, per la stazione appaltante, di ricorrere alle procedure negoziate senza bando (quindi ad una procedura su invito, non aperta a tutti), anche qualora non vi sia, come da regola generale, l’estrema urgenza dell’intervento. Tali modifiche – secondo i costruttori – andrebbero soppresse.
La speranza dell’Ance è tutta riposta nella Legge di stabilità che Buzzetti definisce “ultima chiamata per l’Italia”. “Cominciamo subito a tirare fuori dal Patto di stabilità tutte le spese per la manutenzione, la messa in sicurezza e le grandi opere di collegamento europeo e facciamo le gare con meccanismi di trasparenza e di tutela della concorrenza”.
Tornando al tema dell’efficienza energetica, Confindustria propone di sostenere lo sviluppo di impianti per la produzione di energia elettrica mediante il recupero di calore derivante dai fumi prodotti nei processi industriali, anche il considerazione dell’obiettivo vincolante del 30% proposto dalla Commissione europea. “Questa proposta – secondo Confindustria – punta a sbloccare importanti investimenti all’interno di impianti industriali e va nella direzione dello sviluppo sostenibile riducendo l’impatto ambientale e il consumo di energia”.
Quanto alle terre e rocce da scavo, Confindustria condivide l’obiettivo di riordinare la materia, ma chiede di non modificare la vigente disciplina delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti, che “già concilia in modo condivisibile le esigenze ambientali con quelle industriali”. Propone quindi di chiarire che le eventuali modifiche normative non devono comprimere l’attuale ambito applicativo della disciplina dei sottoprodotti. Chiede, inoltre, di chiarire ulteriormente le condizioni per le quali i riporti sono esclusi dalla disciplina dei rifiuti.