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Con il 2014 finiranno gli incentivi alle rinnovabili elettriche?

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Tra anticipazioni, smentite e minimizzazioni il settore delle energie rinnovabili è di nuovo in subbuglio

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

L’allarme della fine degli incentivi con l’arrivo del 2015 è partito con la presentazione dell’ultima edizione del report sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico da parte dell’Energy & Strategy Group del Politecnico, che si è svolta a Milano giovedì 22 maggio.
Secondo quanto emerso dal rapporto con l’inizio del nuovo anno sarebbero esaurite le risorse economiche messe a disposizione con il decreto del 6 luglio 2012, per tutte le fonti rinnovabili elettriche, che avrebbero raggiunto a quella data il tetto massimo previsto per gli incentivi pari a 5,8 miliardi di euro.
La quota che compare sul contatore del Gse aggiornato al 28 febbraio, è pari a 5,037 miliardi di euro, quindi sembra verosimile che a fine anno il tetto possa essere raggiunto.
Notizia resa nota dal direttore dell’E&S Group, Vittorio Chiesa, e non sconfessata da Francesco Sperandini, direttore operativo del GSE, che anzi -a quanto riporta Qualenergia.it- l’avrebbe confermata.
Scrive Qualenergia.it: “I 5,8 miliardi, spiega Chiesa, saranno probabilmente raggiunti prima di quanto previsto in precedenza, oltre che per gli stanziamenti per registri e aste in corso, per la discesa del PUN, il prezzo dell’elettricità all’ingrosso, alla quale, ironia della sorte, proprio le rinnovabili hanno contribuito, con relativo effetto benefico sulle bollette che per il momento si è manifestato solo in minima parte. Essendo parte degli incentivi a tariffe fisse omnicomprensive, infatti, più il prezzo di vendita dell’elettricità cala, maggiore è la quota da integrare prendendola dal monte incentivi“.
Quindi finite le risorse, le rinnovabili dovrebbero camminare con le proprie gambe e sempre Vittorio Chiesa spiega a Qualenergia.it che “si potrà fare qualche impianto di mini-idro su condotte, qualche ripotenziamento o ottimizzazione di impianti esistenti. Per l’eolico per farcela con i costi attuali servirebbero ventosità che in Italia non sì trovano”.
In pratica una situazione molto critica per il futuro e soprattutto per i piccoli impianti e la generazione distribuita.
“Le dichiarazioni di Sperandini sull’esaurimento delle risorse sono estremamente preoccupanti”, è il commento che rilascia a QualEnergia.it Giovan Battista Zorzoli, portavoce del Coordinamento FREE. “Ad essere colpita sarà soprattutto la piccolissima generazione da rinnovabili, che non solo non è responsabile della crescita della componente A3 della bolletta che si è avuta in questi anni, ma che è la via più genuina di utilizzo delle fonti pulite”.
Un allarme che sembrerebbe però nato da un fraintendimento, a quanto si legge invece su Rinnovabili.it che ha raccolto una dichiarazione di Francesco Sperandini, direttore operativo del GSE che spiega trattarsi solo di “una previsione” e che da parte sua “non c’è stata nessuna comunicazione” in proposito anche se ammette che si tratta “di simulazioni abbastanza argomentate, effettuate dal Politecnico sulla base dell’interesse comune di fare delle valutazioni” e che se le valutazioni del report si dovessero verificare “a gennaio potremmo essere molto vicini al tetto dei 5,8 miliardi.”
Un tentativo di minimizzare e di buttare acqua sul fuoco che non sembra però del tutto riuscito.