Attiva da poco più di due mesi, l’azienda si caratterizza per una peculiarità unica in Italia e probabilmente non solo, sfruttare l’energia geotermica per una produzione di alta qualità. Nello specifico si parla di birra artigianale, appositamente realizzata da un mastro birraio su commissione e che i titolari hanno tutta l’intenzione di collocare nell’ambito più esclusivo del mercato di settore. Si diceva dell’ottima progettazione: conoscere le possibilità offerte dal territorio in cui si ha intenzione di aprire un’azienda è fondamentale, lo abbiamo già detto. Conoscere, parallelamente, le disposizioni di legge e gli aiuti messi a disposizione dallo Stato e/o dagli enti locali, lo è altrettanto.
Con un accordo istituzionale datato 2007, in cui rientra anche Enel Green Power (che ha concretamente sostenuto la startup) , viene messa nero su bianco l’intenzione di sviluppare economicamente il distretto geotermico toscano, territorio sito sugli Appennini tanto affascinante quanto ricco di risorse naturali. Edo Volpi, che nel settore della geotermia ha lavorato per una vita intera e dalla cui mente è nata l’idea di sfruttare l’energia naturale per produrre birra di alta qualità, non si fa sfuggire l’occasione. Quella che abbiamo avuto con lui e sua moglie Domelia (ci siamo fatti un giro e siamo andati a trovarli) è stata una chiacchierata decisamente molto interessante:“Si parla tanto del costo dell’energia per le aziende, ecco noi quel 30% lo risparmiamo e lo reinvestiamo in un prodotto di alto livello”. E’ stato questo l’esordio di Volpi, tipo molto alla mano con però idee estremamente chiare su quello che è e sarà la sua Vapori di Birra.
L’importanza di un buon business plan. L’espressione inglese sta ad indicare una cosa molto semplice: il piano, la strategia di sviluppo aziendale, dall’inizio fino al raggiungimento degli obiettivi preposti. A mettere la firma su quello di Vapori di Birra è stato lo stesso Volpi, che si è però avvalso dei maggiori esperti della zona. L’aiuto infatti, è stato chiesto al polo tecnologico di Navacchio nella persona della sua direttrice operativa la Dott.ssa Elisabetta Epifori e all’incubatore d’impresa attivo al suo interno, coordinato dalla Dott.ssa Monica Forconi. Previa valutazione dell’effettiva sostenibilità del progetto, il business plan, nel caso di Vapori di Birra, ha risposto a domande come: cosa e quanto produrre? Su quale clientela puntare? Quanto investire? Di quanti dipendenti ha bisogno l’azienda e con quali competenze? E, soprattutto, quali sono gli obiettivi da raggiungere ed in quanto tempo?
Il poter dare un “volto” preciso a tutti questi dubbi (ed a molti altri) ha permesso ai titolari della neonata startup di presentarsi in banca a chiedere un finanziamento con qualcosa di concreto in mano. “L’istituto di credito al quale ci siamo rivolti – ci ha spiegato Volpi – è stata la Cassa di Risparmio di Volterra. Le persone al suo interno si sono rivelate molto disponibili e ci è stato concesso un trattamento interessante, insomma, non ha voluto chissà quali garanzie”. A fronte però, va ribadito, di una strategia d’impresa molto ben progettata.
Cosa fa Vapori di Birra e chi ci lavora? Attualmente produce due birre (a brevissimo saranno tre), rigorosamente artigianali, realizzate su commissione dal mastro birraio Enrico Ciani (un giovane laureato in agraria con la passione della birra). “La produzione annuale dovrebbe attestarsi sui 70.000 litri (da vendere ad esercizi commerciali, Nda), è gestita da nostra figlia Chiara e da altre tre dipendenti. Tutte donne, laureate e che per giunta stanno affrontando un’ulteriore step di formazione: la nostra è una produzione di alta qualità e servono competenze specifiche”. “L’obiettivo da qui è tre anni – ha aggiunto Volpi – è quello di raddoppiare il personale”. Al reparto produttivo è abbinato un locale piuttosto caratteristico, come si suol dire, dal produttore al consumatore, direttamente, da una stanza all’altra. Ad accompagnare le birre al tavolo, volendo si può scegliere tra prodotti altrettanto artigianali ed a km 0, grazie agli accordi presi con un buon numero di imprenditori locali, con i quali è stata posta in essere una fruttuosa collaborazione. “Mi piacerebbe che tutto questo fosse di stimolo ai giovani, io l’ho fatto per passione, ma non avevo la necessità di aprire un’azienda per sopravvivere, vorrei però costruire nella zona in cui vivo qualcosa che sia di aiuto alle nuove generazioni”.
La difficoltà più grande, la burocrazia. “Secondo me, un ventenne che ha a che fare con la nostra burocrazia, può scoraggiarsi. Non deve, però se accade è comprensibilissimo”. A quanto pare le difficoltà maggiori incontrate da Volpi nell’aprire Vapori di Birra sono venute proprio da carte bollate e affini. “Io è una vita che lavoro e mia moglie pure, sappiamo come muoverci, abbiamo delle conoscenze che ci hanno dato consigli in modo mirato, risolvendoci un bel po’ di problemi, ma uno che a 18-20 anni vuole aprire un’impresa e si trova ad affrontare certe difficoltà (per giunta prettamente formali, Nda) è ovvio che possa scoraggiarsi. Per quanto bravo, istruito, intelligente, non può avere l’esperienza e la malizia di chi nel mondo del lavoro c’è stato tutta la vita. Secondo me lo Stato dovrebbe avere una maggiore attenzione in questo senso. Se hai un problema da risolvere e non sai a chi chiedere o, peggio ancora, non sai di avere quel determinato problema perché non lo puoi conoscere e nessuno ti ha detto che ce l’hai, rischi di farti un’autocertificazione sbagliata, con tutte le conseguenze del caso”.
Se non è tutto oro quel che luccica (avviare una startup non è un gioco, per niente), è però vero anche il contrario, vale a dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Informarsi sempre su tutto, è fondamentale. D’altra parte è un’attività che fa parte ad ogni livellio del lavoro di un imprenditore. Conoscere le leggi e la burocrazia mette al riparo da molti rischi, ma non è solo così; in alcuni casi sapere come compilare le carte permette di ottenere vantaggi fondamentali, propedeutici all’avvio di un’attività. Della burocrazia insomma, esiste anche un lato positivo. Il bando da 1.200.000 euro in tre anni emanato dal Cosvig (il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche), per Vapori di Birra è stata un’occasione irrinunciabile: “il fatto che abbiano accettato la nostra domanda (la prima tranche di finanziamento dovrebbe arrivare a brevissimo), mi ha permesso di dormire sonni tranquilli”.
Dopo soli due mesi di attività, i risultati iniziano già a vedersi: “sta andando bene, ci hanno già chiamato da fuori regione e addirittura dall’estero. Inoltre stiamo organizzando dei tour e recentemente abbiamo partecipato ad un importante manifestazione locale, anche in quella sede abbiamo stretto diversi contatti veramente interessanti”.