Il CODE2 è cofinanziato dal Programma Energia Intelligente per l’Europa e si baserà sull’esperienza dei risultati del primo CODE, che ha tracciato sia le situazioni nazionali (per i 27 stati membri), sia la situazione a livello europeo, analizzando le attuali barriere, i potenziali di sviluppo della cogenerazione e i meccanismi di supporto; valutando la bontà finanziaria degli investimenti in impianti di cogenerazione, tracciando i quadri normativi nei diversi stati membri e illustrando casi reali di successo.
Il nuovo progetto CODE2 procederà con lo sviluppo di 27 “tabelle di marcia” nazionali sulla cogenerazione e una europea.
Sarà un programma che nei prossimi 30 mesi, accompagnerà i Paesi UE nell’individuazione di roadmap nazionali, quantificando numeri e risultati della cogenerazione. Con l’obiettivo di impostare regole comuni che permettano a tutti gli Stati membri di raggiungere gli obiettivi, energetici e climatici, indicati dal pacchetto Clima-energia 20-20-20 che prevede entro il 2020 di produrre il 20% di energia con le fonti rinnovabili, migliorare del 20% l’efficienza energetica e ridurre del 20% le emissioni di gas serra.
Riguardo all’efficienza energetica l’Europa adotterà prossimamente la nuova direttiva che include anche la cogenerazione e un nuovo quadro giuridico per regolarne la gestione. Pertanto l’individuazione di tabelle di marcia nazionali sulla cogenerazione è quanto mai importante per rendere più omogenei i risultati.
«In Italia –ha spiegato in una recente intervista sul Corriere della Sera Alberto Pieri, segretario della Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche (Fast) che lavorerà con gli operatori del settore nel progetto CODE2- gli impianti di cogenerazione si aggirano sui 10.000 MW, mentre il vero potenziale risulta circa il doppio. Per ora, infatti, grazie a questa tecnologia risparmiamo circa 4 milioni di tonnellate di combustibile. Quindi, se viaggiassimo a pieno regime, si potrebbe pensare di eliminare 7 milioni tonnellate di greggio».
«Per questo motivo –continua Pieri- è necessario fare un’analisi, sia sul piano europeo che su quello italiano, della situazione normativa e di mercato della cogenerazione. Anche perché in Europa, per quello che riguarda l’energia elettrica e la termica, esistono problematicità comuni che richiedono una presa di coscienza da parte delle autorità nazionali e comunitarie».
«I singoli Stati», conclude Pieri, «stanno ottenendo risultati molto diversi sulla cogenerazione. E la mancanza di norme univoche rende più difficile monitorare lo stato generale e comparare i dati nazionali. Se l’Europa vuole più cogenerazione è necessario darsi un modello unico di business che tenga conto della domanda di calore e di elettricità. E di come i due ambiti interagiscano tra di loro nell’ottica di creare un modello economico globale».
L’Italia, tuttavia, può vantare una posizione di avanguardia sulla cogenerazione e sulla componentistica di centrali che vengono esportate anche in altri paesi.
E’ il caso della centrale di trigenerazione che sarà realizzato a Mosca da un’azienda italiana che trasporterà in Russia via nave le due macchine per la realizzazione dell’impianto.
La trigenerazione è un particolare campo dei sistemi di cogenerazione che, oltre a produrre energia elettrica e calore consente di utilizzare l’energia termica recuperata dalla trasformazione termodinamica anche per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali.
Quella che sarà realizzata in Russia è una centrale da 6 MWe ad alta efficienza energetica che fornirà energia a un complesso residenziale di lusso a Shyolkovo, a 14 km dalla capitale. La struttura ospiterà innovative turbine a gas di forma circolare e la sua struttura architettonica sarà perfettamente integrata con il resto del complesso residenziale, fornendo energia elettrica calore e raffrescamento ad un intero quartiere.