Il Pew Charitable Trusts ha presentato il rapporto "Who’s winning the clean energy race?" 2011 che, basandosi sui dati raccolti da Bloomberg New Energy Finance, mostra come stanno andando i diversi Paesi del G-20, le principali economie mondiali, nella competizione sempre più dura per gli investimenti privati nell’energia pulita.
Le notizie sono abbastanza buone: «Gli investimenti globali nel settore sono aumentati alla cifra record di 263 miliardi di dollari nel 2011» e «L’Italia ha raccolto 8 miliardi di dollari in investimenti per l’energia pulita e figura tra i mercati del solare più brillanti». Il nostro Paese nel periodo 2006-2011 è anche quello con la maggiore crescita degli investimenti nelle energie rinnovabili con un record dell’89%, seguito da Indonesia (53%), Cina (37%), Australia (28%), India (23%), Giappone e Canada (22%), Germania (20%), Brasile (14%) e resto dell’Ue-27 (12%).
La scheda Italy G-20 del rapporto Pew andrebbe letta attentamente da chi vuole tagliare gli incentivi alle rinnovabili per favorire i colossi energetici, dato che evidenzia che «l’Italia ha continuato a distinguersi come uno dei mercati del solare più dinamici al mondo, con un aumento complessivo del 38,4% negli investimenti in energia pulita per una quota record di 28 miliardi di dollari», erano 20,2 miliardi nel 2010. Secondo "Who’s winning the clean energy race?" «Negli ultimi cinque anni, nessun Paese membro del Gruppo dei 20 (G-20) ha registrato tassi di crescita più alti di quelli dell’Italia, che oggi è leader nel mondo per i livelli degli investimenti in proporzione alla sua economia».
Ambientalisti, operatori del settore e centro-sinistra dovrebbero essere contenti del riconoscimento che arriva a livello internazionale per la loro battaglia in difesa delle rinnovabili contro i ripetuti tentativi di tagli fatti dal governo Berlusconi. Presentando il rapporto, Phyllis Cuttino, direttore del Clean energy program del Pew sottolinea che «Mentre altre nazioni europee hanno apportato tagli significativi agli incentivi alle energie rinnovabili a causa delle pressioni sul bilancio, l’Italia ha salvaguardato i propri programmi di incentivazione con l’auspicio di stimolare la crescita economica. Dunque l’Italia oggi è quarta nella classifica dei G-20 per gli investimenti nell’energia pulita, prima nel tasso di crescita degli investimenti su cinque anni, prima nell’intensità degli investimenti ed è sesta nella capacità di energia rinnovabile installata per una quota di 28 GW».
Cuttino lancia un avvertimento che sembra rivolto alle ondivaghe proposte del governo Monti: «La sfida per l’Italia sarà perseguire le politiche in grado di offrire sicurezza a lungo termine agli investitori sul mercato in questo periodo di austerity fiscale».
E’ proprio il solare, il settore più sotto attacco in queste ultime settimane, a trainare la crescita italiana, come spiega il rapporto Pew: «Quasi tutti gli investimenti privati (24,1 miliardi di dollari) sono confluiti nello sviluppo dell’energia solare, promuovendo l’installazione di quasi 8 GW di capacita di generazione, di cui oltre la meta destinata a piccoli progetti commerciali, ma anche una quota record di 2,2 GW destinata ad impianti su larga scala. Questi sostanziali incrementi della capacita sono stati stimolati dalle continue incentivazioni all’energia pulita».
"Who’s winning the clean energy race?" evidenzia un altro aspetto conosciuto da pochi ma che spiega gran parte delle pretestuose polemiche di questi giorni sui costi in bolletta delle rinnovabili: «A causa dei prezzi elevati delle energie tradizionali e delle abbondanti risorse di energia solare, l’Italia è il primo Paese ad aver raggiunto la "grid parity", ovvero la competitività dei prezzi dell’energia solare rispetto alle fonti tradizionali. L’Italia ha anche installato 1 GW di eolico lo scorso anno».
In totale nel mondo nel 2011 risultavano installati 565 Gw di energie rinnovabili così suddivise: 293 Gw di eolico, 184 Gw di mini-idroelettrico, 57 GW di biomasse ed energia da rifiuti, 73 GW di solare, 11 Gw di geotermico, 0,6 Gw di energie del mare.
A livello mondiale, nonostante la crisi, gli investimenti nell’energia pulita nel 2011 hanno raggiunto la cifra record di 263 miliardi di dollari, un aumento del 6,5% rispetto al 2010., ma il rapporto evidenzia uno squilibrio notevole: «Gli investimenti nei Paesi del G-20 hanno rappresentato più del 90% del totale mondiale», quindi i Paesi in via di sviluppo "non emergenti" e quelli poveri sembrano tagliati praticamente fuori dalla rivoluzione energetica..
Al primo posto tra gli Stati del G20 ritornano gli Usa con investimenti per 48 miliardi di dollari (33,7 nel 2010), ma la Cina resta vicinissima con 45,5 miliardi di dollari investiti nel 2011 (45 miliardi l’anno prima) che si conferma leader mondiale per investimenti nelle tecnologie dell’eolico cosi come per la produzione di energia eolica e solare.
Al terzo posto, davanti all’Italia ma ancora con molto distacco, c’è la Germania con 30,6 miliardi di dollari raccolti, un discreto calo rispetto ai 32,1 miliardi di dollari del 2010,
Al quinto posto, dietro l’Italia, si piazza "il resto dell’Ue 27" con 11,1 miliardi di dollari (15,2 nel 2010), seguono india con 10,2 miliardi $ (6,6 nel 2010); Gran Bretagna 9,4 miliardi $ (7,0); Giappone 8,6 miliardi $ (7,0); Spagna 8,6 miliardi $ (6,9); Brasile 8 miliardi $ (6,9).
Il Pew Charitable Trusts spiega che «Il calo dei prezzi, abbinato all’aumento degli investimenti, ha accelerato la crescita della capacita di generazione di energia pulita installata,che nel 2011 è salita di una quota record di 83,5 GW, portando a 565 GW il totale a livello globale. Questa cifra rappresenta più del 50% della capacita di generazione di energia nucleare installata nel mondo» .
Michael Liebreich, amministratore delegato di Bloomberg New Energy Finance, che ha collaborato alla realizzazione del rapporto del Pew, ha sottolineato che «Il settore dell’energia pulita ha ricevuto il suo trilionesimo dollaro di investimenti privati verso la fine del 2011, a dimostrazione della crescita significativa registrata negli ultimi 8 anni. Le installazioni di impianti ad energia solare sono cresciute in particolare lo scorso anno, poiché il calo dei prezzi dei moduli fotovoltaici, oggi inferiori del 75% rispetto a 3 anni fa, ha più che compensato l’indebolimento dei meccanismi di sostegno all’energia pulita verificatosi in diverse parti nel Mondo».
C’è da aggiungere che senza quegli incentivi il mercato del solare non si sarebbe sviluppato ed i prezzi dei pannelli non sarebbero quindi diminuiti. .