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Cellamare (Bari): Il castello Caraccciolo alimentato attraverso la geotermia

2003
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Ultimate le attività di analisi obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra, pre e post intervento di efficientemente energetico del castello Caracciolo attraverso la geotermia, unico esempio in tutta l’area metropolitana di Bari.

Fonte: Puglia Live.net

Autore: Puglia Live.net

Tali attività, previste nel quadro economico del finanziamento ottenuto dal Comune di Cellamare nel 2013 dal Ministero dell’Ambiente, pari complessivamente a 2milioni250mila euro sono state presentate durante un evento pubblico nel castello in cui sono stati resi noti questi dati che hanno evidenziato quanto sia importante il ricorso alle fonti energetiche alternative per ridurre l’inquinamento atmosferico.
L’energia geotermica può essere sinteticamente indicata come il calore presente nel sottosuolo in quantità e a temperature pressochè costante per tutto l’anno, a prescindere dalle condizioni climatiche esterne.
Questo calore può essere utilizzato se nel suolo viene immersa una tubazione all’interno del quale circola un fluido ad una temperatura inferiore a quella del suolo.
E’ stata una grande intuizione quella di elaborare un progetto che prevedesse il riscaldamento ed il rinfrescamento dei vari ambienti del castello attraverso l’energia presente nel sottosuolo, fa notare Michele Laporta, assessore ai Lavori Pubblici ed ex sindaco nonché consigliere della città metropolitana di Bari con delega al bilancio.
Idea che ha catturato l’attenzione del Ministero dell’Ambiente tanto da far piazzare il progetto ai primi posti in graduatoria. Per trasferire il calore dal sottosuolo agli ambienti del castello sono stati installati particolari scambiatori di calore detti sonde geotermiche: tubi ad U costituiti da materiali con alta trasmittanza termica nei quali passa un liquido che assorbe il calore e lo porta in superficie (o nel sottosuolo nel caso di funzionamento estivo)".
Riscaldamento e rinfrescamento saranno dunque a costo zero. Una buona pratica in termini di risparmio energetico e di tutela ambientale che meriterebbe di essere trasferita anche in altri comuni.