Home Geotermia News C’è anche la geotermia nel futuro di Baker Hughes in Toscana

C’è anche la geotermia nel futuro di Baker Hughes in Toscana

Presentato a Governo e Regione un piano di investimenti al 2026 da 500 mln di euro, per creare un centro di eccellenza dedicato allo sviluppo di tecnologie, prodotti e servizi a supporto della transizione energetica e digitale

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Presentato a Governo e Regione un piano di investimenti al 2026 da 500 mln di euro, per creare un centro di eccellenza dedicato allo sviluppo di tecnologie, prodotti e servizi a supporto della transizione energetica e digitale


Le aziende del gruppo Nuovo Pignone – oggi parte del gruppo internazionale Baker Hughes – operano in Toscana fin dai tempi della fondazione di Pignone nel 1842, e ancora oggi la Toscana rappresenta la regione con la maggiore presenza di Baker Hughes in Italia, avendo due siti produttivi, a Firenze e a Massa, ed un sito per l’assemblaggio di moduli industriali ad Avenza di Carrara.

Si tratta di asset industriali che forniscono un contributo rilevante all’economia toscana, come stima l’Istituto Regionale per la Programmazione Economica (IRPET): Nuovo Pignone attiva 2,3 miliardi di euro l’anno di valore aggiunto del sistema industriale italiano, con la Toscana in prima fila tra le Regioni più esposte (oltre 1,3 miliardi di euro).

Dal punto di vista ambientale è invece chiara la necessità di un’evoluzione aziendale, dato che si parla di un leader storico settore dell’oil & gas.

Sotto questo profilo dalla Regione evidenziano che «è in una fase di trasformazione che la ha già portata ad essere un attore di primo piano nel panorama della transizione energetica mondiale», e l’intenzione è quella di proseguire lungo questa strada.

Baker Hughes ha infatti presentato al ministero dello Sviluppo economico, a quello della Transizione Ecologica e alla Regione un’ipotesi di piano di investimenti per gli anni 2022-2026 del valore di 500 milioni di euro in Toscana, per la creazione di un centro di eccellenza per lo sviluppo e la produzione di tecnologie, prodotti e servizi a supporto della transizione energetica e digitale, nei seguenti ambiti: idrogeno; efficientamento energetico, integrazioni delle fonti rinnovabili e geotermia in particolare; progettazione, realizzazione e prova di un espansore assiale per l’utilizzo in processi di ossicombustione; cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2; tecnologie di manifattura avanzate, sviluppo di nuovi materiali per macchine operanti con combustibili verdi; intelligenza artificiale & digitalizzazione.

È quanto si legge all’interno della delibera di Giunta regionale n. 382, che ha dato il via libera a un Protocollo d’intesa a supporto della realizzazione di questo piano di investimenti, stilando anche lo schema di protocollo di valenza triennale.

Baker Hughes intende infatti continuare ad investire in Italia e in Toscana in particolare, a patto però di continuare a trovare nel territorio regionale condizioni attrattive e favorevoli agli investimenti, soprattutto in fatto di competenze, tessuto industriale, collaborazione istituzionale.

Al contempo, secondo la delibera regionale l’ipotesi di piano di investimento presentata da Baker Hughes «si colloca esattamente negli ambiti della transizione ecologica come descritti dalle strategie nazionali e regionali», e dunque la Regione Toscana «riconosce che gli investimenti di Baker Hughes rappresentano un investimento sul futuro industriale dell’intera regione Toscana».

Sotto questo profilo, risultano di particolare rilevanza le competenze che Baker Hughes può mettere a disposizione per lo sviluppo della fonte rinnovabile che più caratterizza il territorio regionale, ovvero la geotermia: mutuando le innovazioni derivate dalle esperienza in oil & gas e adattandole alle specificità dell’ambito geotermico, si spazia ad esempio dallo studio del sottosuolo per andare a progettare ed ottimizzare perforazioni – comprendendo anche i sistemi di monitoraggio della perforazione – fino alla messa a disposizione di turbine a vapore efficienti e affidabili, nonché macchine per gli impianti geotermici binari, come anche i compressori per l’estrazione dei gas incondensabili o per la loro reimmissione nel serbatoio geotermico.