La Geotermia, sull’Amiata, ha da sempre rappresentato un problema, sia per il suo sfruttamento avantagguio delle popolazioni locali, sia per gli aspetti che invece molti ritengono dannosi per la salute e nel tempo sono sorti Comitati per monitorare questi aspetti. Il Presidente della Provincia da una parte ed i Comitati dall’altra hanno riproposto, in questi giorni, all’attenzione dei cittadini il problema dell’uso delle risorse geotermiche sull’Amiata. In più fa sentire la sua voce anche il sindaco di Castel del Piano Claudio Franci. "È possibile – esordisce – discutere di questo tema senza pretendere di avere la verità in tasca, ma guardando all’oggettività delle cose? Penso che dovremo provare a farlo, partendo da alcuni elementi oggettivi. Che la geotermia rappresenti un’opportunità di differenziazione delle fonti energetiche del Paese penso sia chiaro a tutti, così come è evidente che, anche a seguito delle decisioni assunte con il Referendum sul nucleare, è indispensabile favorire investimenti sullo sviluppo delle energie alternative. In questo contesto l’Amiata insieme ad altre aree può contribuire a garantire un approvvigionamento energetico alternativo per il sistema Paese e per la Regione Toscana, e può innestare su di esso processi tecnologici ed industriali rilevanti". È indubbio, infatti, che lo sviluppo di questa risorsa, come del resto tutti i processi tecnologici ed industriali, abbiano un impatto importante nel territorio. "Partendo da questa consapevolezza – continua Franci – le Istituzioni tutte hanno fatto fino ad oggi la loro parte, non barattando mai nuove opportunità di sviluppo con una scarsa considerazione dei problemi che impattano con il territorio e la vita dei cittadini. La costituzione di comitati scientifici pluridisciplinari, gli studi effettuati sull’acqua, sull’impatto epidemiologico testimoniano l’impegno delle Istituzioni. La messa a disposizione di tutte le ricerche effettuate forniscono a tutti i cittadini un quadro trasparente di valutazioni che costituiscono la premessa per qualsiasi decisione che andremo ad assumere, ma anche qui partendo dall’oggettività delle cose. Giunti a questo punto del lavoro, prima di compiere una scelta – riprende – occorre acquisire ulteriori elementi che debbono essere messi in campo dal concessionario dello sfruttamento della risorsa geotermica". E il primo cittadino individua quattro strade per affrontare il problema. – 1. La qualità e l’affidabilità delle scelte tecnologiche per l’abbattimento delle emissioni in aria, che rappresentano ancora un punto di forte preoccupazione nel territorio e sulle quali dovrà svilupparsi l’attività di controllo e monitoraggio da parte delle istituzioni. – 2. Le ricadute dei processi tecnologici messi in campo sul territorio che contengono alcuni aspetti: a) il coinvolgimento del sistema imprenditoriale locale alla realizzazione degli impianti al fine di costituire una rete utile al consolidarsi di competenze in grado di garantire la partecipazione ai processi di sviluppo e di gestione futura; b) un progetto di manutenzione del territorio che aiuti ed accresca la capacità di partecipazione produttiva degli operatori agro-ambientali presenti nel comprensorio. – 3. L’attivazione di ricadute reali nel territorio che impattino sulla vita delle imprese e dei cittadini (costo dell’energia). – 4. Alcuni investimenti infrastrutturali la cui priorità è indubbiamente rappresentata dal Cipressino. Io credo, quindi, – dice ancora – che qualsiasi decisione che dovrà essere assunta, con il coinvolgimento dei cittadini del territorio, debba contenere l’insieme delle questioni in campo, affinché siano chiari a tutti le criticità ed i fattori positivi di ricaduta nel territorio". E conclude: "Solo così sarà possibile assumersi ognuno le proprie responsabilità, frutto di una valutazione oggettiva delle cose, sapendo che la verità in tasca non ce l’ha nessuno, ma anche consapevoli che un futuro a questo territorio fatto di bellezza, ma anche di opportunità di lavoro dovremo garantirlo".