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Case popolari: come ridurre i consumi e migliorare il comfort

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Le iniziative del progetto europeo Elihmed di Enea

Fonte: Greenreport

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Il progetto europeo Energy Efficiency in Low Income Housing in the Mediterranean (Elimmed), coordinato dall’Enea ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica e il comfort nelle case popolari, le vecchie abitazioni occupate da famiglie a basso reddito che rappresentano il 40% del parco edilizio complessivo dei Paesi della costa meridionale del Mediterraneo. Il progetto ha preso in considerazione diverse aree geografiche (urbane, peri-urbane e rurali), sociali (inquilini, proprietari residenti, famiglie in stato di povertà energetica) e differenti contesti climatici, con utilizzi sia moderati che intensivi di riscaldamento e aria condizionata. In Italia l’esperienza pilota ha coinvolto abitazioni rurali in Sardegna e condomini di case popolari a Genova e Frattamaggiore, comune della provincia di Napoli: in totale sono stati riqualificati, dal punto di vista energetico, circa 100 abitazioni.
Oggi, nel corso di un convegno ospitato dall’Ance, sono stati illustrati i positivi risultati delle azioni pilota svolte dal progetto nei 6 Paesi partecipanti, Italia, Spagna, Francia, Grecia, Cipro e Malta. Il convegno punta a stimolare le amministrazioni regionali e locali ad incentivare la riqualificazione energetica delle case a basso reddito sia per contrastare il fenomeno dell’”energy poverty” sia per essere in grado di raggiungere l’obiettivo della riduzuone del 20% dei consumi energtici entro il 2020.
In una nota l’Enea spiega che «La sperimentazione su larga scala per la riqualificazione energetica di questo tipo di patrimonio edilizio, condotta simultaneamente nei sei paesi, ha dimostrato sul campo la fattibilità di soluzioni innovative e meccanismi finanziari che possono essere sostenuti con Fondi Europei di Sviluppo Regionale, che potrebbero, in una prospettiva più ampia, essere estesi a tutto il Mediterraneo, superando le difficoltà che le tradizionali politiche pubbliche hanno nel raggiungere queste fasce di popolazione.
Elihmed sta ora sviluppando le Linee Guida per diffondere quanto acquisito dalle esperienze pilota e fornire supporto e suggerimenti alle amministrazioni nazionali, regionali e locali, oltre che ad imprenditori, progettisti e agli stessi abitanti degli alloggi a basso reddito. L’obiettivo finale è ridurre il fabbisogno energetico degli edifici a livelli “quasi zero”, in linea con le indicazioni europee del “pacchetto clima-energia 20/20/20”. L’efficientamento energetico delle case a basso reddito, con elevato potenziale di risparmio, rappresenta infatti uno strumento chiave per raggiungere l’obiettivo comunitario del taglio del 20% dei consumi entro il 2020 e può essere considerato un settore trainante per favorire la ripresa dell’economia nazionale».
Inoltre la riqualificazione energetica di questo tipo di patrimonio edilizio ha anche valore sociale. Infatti in Europa decine di milioni di cittadini vivono in regime di “energy poverty” cioè non sono in grado di pagare le bollette energetiche e e vivono condizioni di disagio. Enea sottolinea che «Proprio per questi cittadini dunque lo sforzo da fare è quello di fornire degli alloggi ad energia quasi zero. Tutto ciò che queste fasce di popolazione “risparmieranno” per le bollette, inoltre, potrà essere immesso nel mercato per l’acquisto di beni materiali e quindi, se moltiplicato per milioni di famiglie, diventare un ulteriore volano di ripresa economica».
Per questo Elihmed ha promosso, insieme ai partner di altri due progetti che operano nell’ambito del Programma di cooperazione transnazionale Med, Europe in the Mediterranean, la “Dichiarazione di Lubiana” per invitare tutti i paesi del Mediterraneo ad investire sull’efficienza energetica degli edifici a basso reddito, in modo da promuovere anche una nuova visione economica e sociale dell’edilizia residenziale.