La Commissione europea scende in campo con nuove azioni per rendere più sostenibili le città europee che consumano il 70% dell’energia dell’Unione europea. Innanzitutto, nel 2013 il programma Smart Cities stanzierà 365 milioni di euro per lo sviluppo di tecnologie intelligenti nelle città. Il cosiddetto Partenariato europeo per l’innovazione (Eip) riunirà imprese private e un euro-pool di esperti di energia, trasporti e Ict per sviluppare eco-progetti come autobus urbani elettrici silenziosi, tecnologie satellitari per migliorare il flusso del traffico, smartphone per la prenotazione e il noleggio di veicoli a combustibili alternativi e rapidi meccanismi di ricarica per veicoli elettrici. L’esecutivo di Bruxelles sostiene che le risorse possedute dall’Europa per la sperimentazione sono scarse, per cui sarà vitale compiere una selezione dei progetti più convenienti su cui lavorare.
L’eco-pianificazione dei servizi urbani potrà avvalersi delle lezioni tratte dal programma Bridge (SustainaBle uRban plannIng Decision support accountinG for urban mEtabolism), avviato nel 2008 e concluso alla fine dell’anno scorso. Finanziato con 3,1 milioni di euro dalla Commissione, Bridge è lo sforzo congiunto di 14 organizzazioni europee. Il progetto si è incentrato sulla comprensione dei flussi di energia e materiali all’interno delle comunità urbane con l’intento di definire indicatori di sostenibilità e illustrare i vantaggi economici che verrebbero dal tenere in considerazione le questioni ambientali nell’ambito della pianificazione urbana. Bridge ha adottato una serie di raccomandazioni che permettono di stimare quantitativamente le varie componenti del metabolismo urbano e gli impatti ambientali di queste componenti, anche traducendoli in costi socio-economici. Inoltre, sono state messe a punto strategie di pianificazione sostenibile, coinvolgendo attori locali e regionali nella validazione dei risultati del programma e sostenendo la necessità di attuare le normative comunitarie che regolamentano l’urbanistica sostenibile.
Il coinvolgimento delle autorità territoriali è elemento chiave di un’altra recente iniziativa lanciata dall’Ue: l’European energy efficiency fund (Eeef), ossia il fondo europeo per l’efficienza energetica. L’Eeef, partito a inizio 2012, finanzia progetti volti ad accrescere l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili nelle infrastrutture pubbliche, soprattutto nelle aree urbane, come ad esempio l’applicazione di soluzioni Ict all’immagazzinamento, l’uso e la distribuzione di elettricità, la costruzione e il miglioramento di impianti di co-generazione, l’espansione di fonti alternative come il biogas, il fotovoltaico e l’eolico.
L’obiettivo è aiutare gli Stati membri a raggiungere il triplice obiettivo fissato dall’Ue per il 2020: il 20% in meno di emissioni di gas a effetto serra, il 20% in più di combustibili puliti e il 20% in più di efficienza energetica. Al fondo contribuiscono inizialmente la Commissione con 125 milioni di euro, la Banca europea per gli investimenti (Bei) con 75 milioni, la Cassa italiana depositi e prestiti (Cdp) con 60, e la Deutsche Bank (Db), che ha il ruolo di gestore, con 5 di milioni di euro. Il totale di 265 milioni dovrebbe passare a 800 milioni grazie all’attrazione di investitori privati attorno a quelle che sono le due forme di finanziamento previste: erogazione diretta ai progetti o a istituti di credito che, a loro volta, investono negli stessi tipi di progetti a cui mira l’Eeef.
In cambio del rischio assuntosi, gli attuali contribuenti del fondo e gli ulteriori investitori verranno ripagati con il controvalore monetario dei risparmi energetici generati dai progetti sostenuti. Ad avere corsia preferenziale nel processo di selezione sono i progetti su piccola scala proposti sia dalle Energy service companies (Escos) che agiscono per conto delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali, sia direttamente da queste ultime dopo aver organizzato opportune gare d’appalto per aggiudicare l’esecuzione dei lavori a operatori privati. In Italia è già stata finanziata l’introduzione di sistemi di illuminazione urbana a basso consumo.