Prorogare e stabilizzare il bonus del 65% per il risparmio energetico: una prima risoluzione parlamentare è pronta e porta in cima la firma di due esponenti di rilievo della maggioranza delle larghe intese, Ermete Realacci (Pd) e Daniele Capezzone (Pdl), rispettivamente presidenti delle commissioni Ambiente e Finanze della Camera. La risoluzione dovrebbe essere votata oggi dalle due commissioni: il dato sorprendente è che potrebbe essere approvata all’unanimità da tutte le forze politiche. Di questi tempi non succede spesso. Il documento chiede al Governo di «dare stabilità» all’ecobonus del 65% e di «inserire l’ecobonus all’interno del complessivo quadro normativo in materia di agevolazioni fiscali, avendo cura di garantire, in ogni caso, un effettivo vantaggio agli interventi volti alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare».
Il sì delle due commissioni aprirà oggi la battaglia parlamentare per la proroga del 65% su cui tutte le forze politiche convergono. L’interlocutore è il Governo e, in particolare, il ministero dell’Economia che dovrebbe trovare le coperture finanziarie. «È evidente – dice Realacci – che il treno va preso con la legge di stabilità. Ricordo che già nel decreto legge che aveva prorogato l’ecobonus e l’aveva innalzato al 65% c’era l’impegno del Governo a stabilizzare l’incentivo. Può diventare un pilastro che consenta di coniugare l’obiettivo di una maggiore competitività e di modernizzazione del Paese con un modello di sviluppo sostenibile per l’ambiente, per la società e per le imprese».
Realacci aveva fatto un piccolo miracolo già durante la conversione parlamentare del decreto legge 63, quello che appunto innalzava al 65% lo sgravio per la riqualificazione energetica. In quell’occasione, sempre su iniziativa del presidente della commissione Ambiente, prima con un ordine del giorno approvato all’unanimità, poi con il sostegno a un emendamento leghista, il bonus era stato esteso, con il consenso dell’intero Parlamento, anche alle spese di prevenzione sismica nelle zone 1 e 2 (quelle a più alta pericolosità sismica). Un altro pallino di Realacci, così come la stabilizzazione del bonus.
La risoluzione puntualmente ripropone anche questo tema quando chiede l’ampliamento ulteriore dei «soggetti fruitori» dell’ecobonus: riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, riqualificazione energetica di edifici interi, interventi di consolidamento antisismico degli edifici ricadenti in aree di alta pericolosità sismica, consolidamernto antisismico anche per gli edifici strumentali all’attività di impresa.
Sulla richiesta di riconferma dell’ecobonus il Parlamento è effettivamente compatto. Lo conferma la posizione del senatore del Movimento Cinque Stelle, Gianni Girotto, che già era stato firmatario di un analogo ordine del giorno durante l’esame del decreto legge 63. Girotto proponeva pure la stabilizzazione dell’ecobonus, con la variante di un meccanismo scalare: partendo dal 65%, si sarebbero persi ogni anno dieci punti di agevolazione, con un beneficio per i conti pubblici e un incentivo a velocizzare gli interventi di riqualificazione. «Siamo contrari – dice Girotto – a incentivi diffusi in campo energetico, anche per rispetto dei cittadini contribuenti. Al contrario chiediamo che le risorse siano concentrate sulla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica ed eventualmente su un credito di imposta per l’innovazione in campo energetico».