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Best Paths: parte il programma europeo per le reti di trasmissione di energia elettrica

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L’Italia, con Terna sarà capofila del programma Best Paths per creare le reti di interconnessione per il trasporto dell’energia elettrica nell’Unione Europea, in cui le energie rinnovabili potrebbero diventare la quota di maggioranza.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Un’occasione importante per creare un mercato unico europeo dell’energia elettrica in cui le quote prodotte dalle fonti rinnovabili potrebbero arrivare a tre quarti del totale, potrebbe essere offerta dal programma Best Paths, di cui l’Italia sarà capofila con Terna, la società che gestisce le reti di distribuzione dell’energia elettrica, che avrà il ruolo guida nei progetti finanziati dall’Unione Europea per le nuove reti di trasmissione a corrente continua. Il programma dovrà realizzare un’estesa rete integrata destinata ad attraversare i paesi dell’Unione Europea e a gestire in maniera intelligente il mix dell’energia prodotta. Le reti dovranno in parte essere realizzate ex novo e in parte sarà possibile riconvertire e modernizzare quelle esistenti; obiettivo: un trasporto efficace ed efficiente, diminuendo le dispersioni e con costi contenuti.
Il programma “Best Paths” sarà finanziariamente coperto dall’Unione Europea per il 50% (pari a 63 milioni di euro). Terna, attraverso la controllata Rete Italia sarà a capo del consorzio che raggruppa i 39 partners dell’iniziativa, ed è leader nella dimostrazione Demo3 che vale 23 milioni di euro. Gli altri consorzi sono quello guidato dalla francese Rte con la Demo2 da 10,4 milioni di euro, uno con a capo la belgo-tedesca 50 Hz con la Demo4 da 8,4 milioni; un altro guidato dalla spagnola Iberdrola con la Demo1 da 7,5 milioni e infine quello con a capo la francese Nexans con la Demo5 da 6,7 milioni, che partecipa anche al consorzio guidato da Terna assieme a Toshiba, De Angeli e Rse -l’organismo istituzionale per la ricerca elettrica italiana- che piloterà sia gli studi sia le prove sul campo.
«Decisivo –afferma l’amministratore delegato di Terna, Matteo Del Fante- il lavoro che molti gestori di rete hanno già iniziato, insieme, per costruire una piattaforma comune per la sicurezza e la risoluzione delle congestioni di rete».
In Italia il consorzio guidato da Terna sperimenterà le soluzioni tecnologiche previste dal programma, ovvero i progetti di ammodernamento delle reti elettriche già avviati dalla commissione UE e dall’ENTSO-E (organismo che associa gli operatori del continente), con l’obiettivo di  massimizzare la redditività degli investimenti con il ricorso sia alle tecnologie e ai dei materiali di trasmissione più efficienti, sia  all’adozione della corrente continua al posto di quella alternata normalmente in uso anche per le linee ad alta tensione.
Il test sarà fatto in Italia con l’avvio dell’ammodernamento della rete di collegamento tra il nostro Paese, la Sardegna e la Corsica e servirà ad affinare soluzioni da adottare anche per le altre linee elettriche del nostro paese e quelle di altri paesi europei. Il progetto ha già avuto l’apprezzamento da parte di Greenpeace che potrebbe avere un ruolo strategico per favorire la comprensione e dunque l’accettazione dell’opera da parte delle popolazioni.
Le simulazioni già fatte dai tecnici stimano che con le nuove linee sarà possibile nel 2030 ridurre drasticamente il ricorso a nuove reti di trasmissione. Nelle note tecniche che corredano il progetto  si indica infatti che grazie all’efficientamento delle reti esistenti  sarà possibile trasportare il “doppio dell’energia solare ed eolica con la metà dello sviluppo delle linee di trasmissione rispetto al piano decennale presentato da ENTSO-E” . Ciò significa, se le stime saranno confermate, che saranno sufficienti 26mila chilometri, anziché 50mila, di nuove linee, riducendo di conseguenza gli investimenti e gli impatti ambientali. La realizzazione di queste reti renderà inoltre possibile  mettere davvero in compartecipazione europea la produzione dei singoli paesi, garantendo un buon trasporto delle energie rinnovabili, e realizzando –sottolinea il responsabile delle energie rinnovabili di Greenpeace, Sven Teske- «un risparmio di oltre un miliardo all’anno sull’import di fossili».