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Arcidosso: Castagne, raccolto ko

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Il caso in consiglio

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

Ad Arcidosso la castagna entra in consiglio comunale e vuole diventare oggetto di discussione nell’Unione dei comuni. Ma soprattutto scalpita per entrare in consiglio regionale. La castagna, infatti, per questo 2014, è diventata una sorta di oggetto misterioso, con un raccolto crollato di oltre l’80% a causa dell’attacco del cinipide. Volatilizzati i 12 milioni di euro che questo prodotto tipico del monte Amiata metteva in circolazione, incrementando il commercio e ristorando le famiglie. Di tutto questo ne parla la politica? Cosa si intende fare? È quanto chiedono le minoranze della lista Insieme per Arcidosso, che interrogano Jacopo Marini sia come sindaco che come assessore dell’Unione. Portavoce della minoranza è Corrado Lazzeroni, che da tempo segue il problema del cinipide. Lazzeroni ricorda che la previsione di un’annata nerissima era stata fatta già da Lorenzo Fazzi, presidente dell’Associazione della castagna del monte Amiata igp e di aver potuto verificare direttamente, avendo un piccolissimo appezzamento di castagni, che quanto veniva anticipato sarebbe divenuto realtà. «Anzi di più perché alcuni raccoglitori non hanno raccolto nemmeno un paniere di castagne. Un raccolto di circa l’80% in meno», dice Lazzeroni. Nell’interrogazione si ricorda che nel 2014 l’Associazione della castagna aveva messo in campo, in collaborazione con gli enti locali e i produttori di castagne un’importante strategia per contrastare il cinipide galligeno che da alcuni anni minaccia i castagneti e che sono stati effettuati diversi lanci di insetti antagonisti. «A castagnatura quasi finita – spiega Lazzeroni – possiamo constatare che il raccolto è stato circa del 15/20%. Perché, oltre alla presenza cinipide, in molti castagneti a causa delle condizioni climatiche non è avvenuta l’impollinazione, tanto che per diverse varietà di castagne, bastarda rossa in particolare, la produzione è vicina allo zero. Nessuno ricorda a memoria una tale situazione, senza considerare poi che molti grossisti, nonostante la bassissima produzione di castagne, hanno fissato il prezzo al chilo a valori di fine raccolto a partire dai primi conferimenti in magazzino». Lazzeroni chiede anche che manifestazioni come la festa della castagna arcidossina, di gran successo anche quest’anno, serva, oltre che a valorizzare il prodotto locale e il turismo, anche far conoscere con apposite riunioni la situazione particolare del momento e suggerisce per la festa anche conferenze e talk show sull’argomento, come la lista civica prevedeva nel suo programma elettorale. «La raccolta e la successiva vendita delle castagne – spiega Lazzeroni – per alcuni produttori rappresenta un buon 50% del reddito familiare, mentre per altri, quelli più piccoli, rappresenta una buona integrazione al reddito». Da un siffatto quadro nasce l’interrogazione per capire se anche per il sindaco questa sia «una problematica reale» e per «conoscere quali saranno le azioni che intende intraprendere nei confronti del governo regionale per il riconoscimento di questo particolare momento e soprattutto se ritiene necessario attivarsi per far riconoscere alla nostra zona la condizione di calamità naturale». Intanto anche il presidente dell’Associazione castagna, Lorenzo Fazzi presenta, il conto: «Come minimo bisogna indennizzare i castanicoltori che hanno avuto perdite importanti. Invochiamo l’intervento della Regione».
(f.b.)