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Ancora sul balletto delle cifre che riguardano il fotovoltaico: quanti MW risultano installati?

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In “Verità solare. I numeri del fotovoltaico in Italia“, Asso Energie Future e Grid Parity Project mettono in dubbio i numeri dati dal GSE in merito alle stime di potenza solare installata.

Fonte: Rinnovabili e Territorio

Autore: Redazione

Lo scorso 25 gennaio il Gse, nel corso di un’audizione informale davanti alla X Commissione del Senato, per l’acquisizione dei pareri sullo schema di Decreto Legislativo, che recepisce la Direttiva 28/2009 CE, ha comunicato che a fine 2010 «la potenza complessiva degli impianti fotovoltaici in esercizio, che a oggi hanno fatto domanda di ammissione agli incentivi al GSE, è pari a 2.800 MW su oltre 140.000 impianti».

Considerando poi, sostiene il Gse «le domande relative all’anno scorso che continueranno ad arrivare al GSE entro fine febbraio, si stima che la potenza complessiva a fine 2010 potrebbe aver raggiunto il valore di 3.000 MW su 150.000 impianti».

La nuova potenza fotovoltaica installata sarebbe, quindi, pari a 1.850 MW, con un incremento del 160% rispetto alla potenza entrata in esercizio nell’anno precedente (711 MW).

Oltre a questa incredibile crescita ci sarebbe inoltre da considerare che al GSE sono pervenute – entro il 31 dicembre 2010- comunicazioni per circa 55.000 ulteriori impianti per una potenza di 4.000 MW, che andrebbero ad aggiungersi a quelli già installati e ciò porterebbe la potenza complessiva degli impianti installati, a fine 2010, a 7.000 MW su 200.000 impianti contro i 1.142 MW di fine 2009.

Se davvero a metà anno si raggiungesse una potenza istallata di energia fotovoltaica pari a quella cifra, saremmo già, quindi, molto vicini agli 8000 MW che rappresentano l’obiettivo fissato dal nostro paese per questa fonte rinnovabile al 2020.

Queste cifre deriverebbero- secondo il GSE – dalla possibilità prevista dalla legge 129/2010 di riconoscere le tariffe 2010 agli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio entro giugno 2011 purché abbiano comunicato la fine dei lavori entro il 31 dicembre 2010.

Un’opportunità economica perché ciò permetterebbe la possibilità di riconoscere le tariffe incentivanti 2010 (più vantaggiose del terzo conto energia) agli impianti fotovoltaici che saranno allacciati alla rete ed entreranno in esercizio entro giugno 2011 purché abbiano comunicato la fine dei lavori nei tempi previsti.

Quindi si tratterebbe d’impianti che per il momento hanno avuto l’autorizzazione ma che ancora non esistono, su cui lo stesso Gse ha dichiarato che verificherà se alle domande pervenute entro il 31 dicembre, seguiranno effettivamente gli allacci entro giugno.

Tuttavia queste cifre non convincono Asso Energie Future e Grid Parity Project, i cui dati, confortati dalle ricerche di Credit Suisse, Morgan Stanley e Jefferies & Company e confermati da Assosolare, prevedono di arrivare a metà 2011 a 4.700 megawatt installati e non a 7.000. Per raggiungere la quota prevista dal GSE bisognerebbe, infatti, supporre che quasi tutte le richieste già presentate per ottenere gli incentivi 2010 si trasformino in impianti operativi al 30 giugno 2011. Quello che invece le associazioni e gli enti di ricerca reputano assai probabile, è il fatto che una larga percentuale di queste domande non vada a buon fine, magari perché avanzate da chi non aveva diritto a farlo.

C’è poi un altro aspetto che le due associazioni hanno voluto rilevare per sedare le polemiche sui grandi gruppi che starebbero dietro allo sviluppo del fotovoltaico, spesso evocati da chi teme che questa proliferazione di impianti potrebbe comportare un grave danno al paesaggio.

«Lo sviluppo del solare è in mano alle famiglie e non alla grande industria» scrivono in una loro nota le due associazioni e quindi «incentivare il solare significa sviluppare in primo luogo la produzione di energia diffusa».

I pannelli installati dai cittadini sulle loro case rappresentano la quota maggiore di quella totale installata– sostengono, infatti, Asso Energie Future e Grid Parity –e pesa per circa il 34% con 1.566 megawatt stimati su un totale di 4.700. Il settore intermedio dei privati che hanno investito su terreni o capannoni di proprietà pesa il 38% con 1.786 megawatt, mentre gli operatori finanziari e industriali peserebbero per il 28% con 1.316 megawatt.

Inoltre il fotovoltaico non minaccerebbe i territori agricoli giacché la quota installata a terra, ovvero circa 2400 Mw di potenza, occupa 4.800 ettari: lo 0,04% del terreno agricolo a fronte di 1.000 ettari non coltivati e di una superficie coltivabile pari a 13.000.000 ettari.

Alla luce di questi numeri, secondo Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future, sarebbe necessario «eliminare il limite di 1 Mw di produzione su almeno 20 ettari agricoli per il fotovoltaico a terra, come previsto dal decreto legislativo di recepimento della direttiva sulla promozione delle rinnovabili».

Secondo Asso Energie Future e Grid Parity Project, inoltre, l’obiettivo fissato per il fotovoltaico in 8000 MW al 2020 è molto modesto, in linea solo con un andamento mediocre del mercato e che escluderebbe l’Italia dal gruppo dei paesi in competizione per questo settore della green economy. «Per avere un punto di paragone – spiegano- basta pensare che la Germania, un paese che non ha certo più sole dell’Italia, si è data come target, per la stessa data, 52.000 megawatt e ha installato ad oggi 18.000 megawatt».