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Anche il Québec punta sul geotermico

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Fra le province canadesi, il Québec, con i suoi 8.054.800 abitanti, è la provincia più popolosa subito dopo quella dell’Ontario. Mentre in questa, la Samsung sta investendo 5 miliardi di dollari per la realizzazione del più grande parco al mondo per la produzione di energia eolica e fotovoltaica (il Grand Renewable Energy Park), il Québec, una terra ricca di vene acquifere, pensa a sfruttare il proprio potenziale geotermico attraverso l’acqua calda.

Fonte: Fotovoltaico Sul Web.it

Autore: Morena Deriu

Jasmin Raymondidrogeologo e ricercatore presso il Centre Eau Terre Environnement dell’INRS University (Institut national de la recherche scientifique), uno dei più importanti centri di ricerca canadesi, si sta interessando proprio alle potenzialità dello sviluppo dell’energia geotermica nel Québec, che, opportunamente sostenuta, potrà rappresentare (a suo parere, nel giro di 15 anni) un punto di svolta per l’economia e lo sviluppo energetico della provincia.

È, infatti, sufficiente perforare la superficie terrestre sino a giungere a una profondità di circa 3/5 Km per raggiungere e sfruttare falde acquifere la cui temperatura si aggira tra gli 80 e i 120 °C. Una volta portata in superficie, l’acqua andrà ad alimentare le turbine di una centrale elettrica (con un rendimento stimato, per ora, del 15 %), producendo energia elettrica a partire da acqua calda, sfruttando una tecnologia chiamata geotermia profonda, una tecnologia che sfrutta l’acqua calda circolante nel sottosuolo o attraverso un circuito idrotermale o attraverso un circuito petrotermale (in questo caso, l’acqua è iniettata sotto pressione in profondità, dopo aver forato le rocce e, poi, pompata di nuovo in superficie). Tra le risorse geotermiche, infatti, quella idrotermica rappresenta un caso particolare di uso diretto, perché necessita di almeno due perforazioni, una di produzione e una di re-iniezione.

Allo stato attuale, sfruttando la geotermia profonda, il Québec otterrebbe un primato a livello nazionale; in America e in Europa, infatti, questa tecnologia è già sfruttata. In Canada, invece, l’energia elettrica è prodotta principalmente attraverso tradizionali centrali idroelettriche, nucleari, a gas naturale o a carbone; la geotermia profonda si integrerebbe, dunque, senza troppe difficoltà nell’attuale sistema energetico, senza un aggravio ambientale; la emissione di gas a effetto serra è, infatti, minimo rispetto alle centrali a combustibile (bio o tradizionale che sia). Si avrebbe, inoltre, un flusso costante di energia elettrica, il che non accade nelle tradizionali centrali idroelettriche o nell’eolico, dove la produzione è intermittente. I costi di perforazione (qualche milione di dollaro per Km) e d’installazione sarebbero, però, particolarmente elevati. Sulla loro riduzione si concentreranno con ogni probabilità gli studi dei prossimi anni.