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Amiata. “I Luoghi del Mercurio”: sull’Amiata l’Italia geomineraria della Re.Mi. Inaugurato il Museo Multimediale

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Successo per l’iniziativa che ha visto l’Amiata mineraria porsi all’attenzione nazionale attraverso la Terza Riunione Nazionale della Re.Mi., l’apertura del museo multimediale di Abbadia San Salvatore all’interno del Parco Minerario e la visita ai siti minerari di Piancastagnaio, Castell’Azzara e Abbadia San Salvatore.

Fonte: AmiataNews.it

Autore: Marco Conti

Non si può che iniziare con i complimenti e i ringraziamenti per la riuscita della tre giorni de “I Luoghi del Mercurio“, l’appuntamento che da Venerdì 11 a Domenica 13 Novembre, ha messo al centro delle attenzioni nazionali i siti minerari dell’Amiata e il patrimonio di archeologia industriale, museale, ambientale, storico, sociale e testimoniale ad esso collegate.
Ha fatto bene il Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, nella persona del Presidente Luigi Vagaggini e del Dir. Generale Daniele Visconti,  a cogliere l’importanza di organizzare l’evento, dando prestigio a uno dei momenti più importanti del ricco programma, ovvero l’inaugurazione del Museo Multimediale nel Parco Museo delle Miniere di Abbadia, il cui nome “I Luoghi del Mercurio”, ha dato origine alla stessa manifestazione.

Un museo affascinante che aveva già visto la sua apertura nel mese di Luglio u.s., il cui Direttore Scientifico, Daniele Rappuoli, assieme al Parco Minerario e al Comune di Abbadia S. Salvatore e a Terre di Toscana, sta gestendo con indubbio successo, viste le migliaia di presenze in pochi mesi e, soprattutto, il grado di soddisfazione dei visitatori.
I luoghi minerari, nel senso più ampio, sono stati davvero il motivo della manifestazione, con l’importante Terza riunione della Re.Mi.  (Rete Nazionale dei Parchi e dei Musei Minerari), iniziativa ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha visto la presenza di 25 delegazioni dei Parchi Nazionali Geominerari o di Enti, che hanno partecipato ai diversi momenti istituzionali in programma, guidati dalla Dottoressa Agata Patanè, Coordinatore Generale della Re.Mi. Nata sostanzialmente attraverso un protocollo definito durante l’EXPO di Milano, Re.Mi., si pone lo scopo di censire, conoscere, inserire e rapportare con ISPRA, i parchi e i musei geominerari distribuiti sul territorio nazionale, rafforzando l’impianto normativo del settore. Tra le iniziative, le visite ai siti minerari mercuriferi di Abbadia San Salvatore e del Siele di Piancastagnaio, entrambi inseriti, nel Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, a cui appartengono ben dodici Comuni amiatini, anch’essi sedi di miniere e musei, rappresentati nei “Luoghi del Mercurio” da tutti i Sindaci e dai Presidenti delle rispettive Unioni dei Comuni.

Il prestigio e la ricchezza scientifica, storica, sociale e culturale è stato evidenziato in ogni intervento pubblico dei rappresentanti istituzionali, presenti durante l’inaugurazione di Sabato del Museo multimediale di Abbadia S. Salvatore. L’Ing. Franco Terlizzese, Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico e Responsabile delle Miniere di Stato, ha voluto ricordare il suo impegna e la sua esperienza come ingegnere minerario sull’Amiata e il valore della conservazione del lavoro attraverso i luoghi museali; Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, ha compiuto il percorso storico del sacrificio delle genti amiatine nel lavoro in miniera, sottolineando come uno spazio museale e la conversione dei siti geominerari, oltre a essere fondamentale motivo per la conservazione della testimonianza, siano luoghi di conoscenza e di attrazione turistica e culturale, elementi essenziali, caratterizzanti tutta la Toscana e dunque, si proiettano di diritto in una dimensione internazionale. Il Presidente del Parco Luigi Vagaggini, non ha nascosto soddisfazione ed emozione nel suo intervento all’inaugurazione de “I Luoghi del Mercurio”: soddisfazione per la presenza di tutti i Sindaci della zona e della collaborazione col Comune e il Parco Museo di Abbadia San Salvatore; emozione per il ricordo che ha voluto dare alle famiglie dei minatori, in particolar modo quello dedicato alle donne degli uomini operai che, con la loro dedizione, parsimonia e silenzio dell’attesa, hanno dato sostegno e dignità a un’intera società.
Stessi sentimenti per il Sindaco di Abbadia San Salvatore, Fabrizio Tondi, che, intervenendo per primo, come “padrone di casa”, ha voluto ringraziare i rappresentanti delle Istituzioni presenti e lo stesso Presidente del Parco, per la proficua collaborazione che ha portato all’inaugurazione di uno dei musei più affascinanti del panorama nazionale e non solo. Tondi, ha ricordato il gemellaggio firmato il giorno precedente con il Sindaco di Idrija, Bojan Sever. La cittadina slovena, legata da anni ad Abbadia S. Salvatore, si trova a pochi chilometri dal confine italiano ed è uno dei centri mercuriferi più noti al mondo, sede anche di uno dei parchi geologici più visitati in Europa, il cui ideatore, l’attuale vice sindaco Bojan Rezun, era presente ad Abbadia in questi giorni.

Una cerimonia sobria, semplice, concreta ed emotiva, tipica amiatina che ha dato spazio al visitatore, proprio come nelle intenzioni del Direttore Scientifico del Museo Daniuele Rappuoli; le tematiche che caratterizzano il museo (il mito, la società, l’ambiente, il lavoro), hanno favorito lo scambio delle sensazioni di tutti i visitatori dove politici, amministratori pubblici, dirigenti statali, tecnici e cittadini hanno condiviso l’un l’altro, le proprie impressioni. Così come testimoniato ad Amiatanews dall‘On. Luigi Dallai e dal Consigliere Regionale Simone Bezzini,  presenti, con non nascosta ammirazione, all’inaugurazione de “I Luoghi del Mercurio”.
Centinaia i visitatori che hanno affollato le tre sale principali, conoscendo e approfondendo i tanti argomenti della multimedialità realizzata dallo Studio Azzurro di Milano; probabilmente, tutti si sono sentiti parte di una storia mineraria e di una comunità, al centro di un viaggio che parte dalla figura e dal significato mitologico di Mercurio, attraversa le galleria e l’ambiente del vulcano dell’Amiata, estrae il cinabro, lo racconta, lo trasporta, lo fonde fino a divenirlo mercurio, l’argento vivo. Un viaggio nel tempo con le proprie fermate, i propri tempi e le proprie stazioni di fermata scelte senza influenze esterne; è questa la bellezza che il Museo offre, ben più di quel che si può solamente osservare o ascoltare. La multimedialità è dentro il pensiero e non nell’oggetto.
La stessa, in questo senso, percepita nella rappresentazione teatrale della sera, inscenata da Arcadia Teatro di Abbadia S. Salvatore, nella grande sala del Museo, dedicata al lavoro. Alcuni stralci di una nota commedia locale “Il merlo ha perso il becco”; un bellissimo spaccato della società badenga negli anni della miniera, giunta improvvisa così come andata via, fuggita, trasformando in pochi decenni la vita, il lavoro, le abitudini, le abitazioni  e le idee di un popolo prima contadino e montano, poi operaio minerario, poi divenuto commerciante, albergatore od oggetto di criticabili riconversioni professionali. Complimenti.

Domenica 13 Novembre, terza e ultima giornata de “I Luoghi del Mercurio”, non poteva avere conclusione migliore in quel di Piancastagnaio, sede del Parco Nazionale del Museo delle Miniere dell’Amiata e dell’Unione dei Comuni Amiata val d’Orcia, rappresentati nell’occasione, dalla neo Presidente pro-tempore, Valeria Agnelli, Sindaco di San Quirico d’Orcia; il programma prevedeva, d’apprima, la visita al Villaggio Minerario del Siele e, successivamente, quella della Rocca Senese-Aldobrandesca, simbolo monumentale principale del paese amiatino, una conclusione degna di questa tre giorni, come fosse il continuo del viaggio multimediale della sera precedente.
Un viaggio in un ambiente affascinante, quello del Siele, che, dopo decenni, sembra ancora sede respirare del sacrificio delle centinaia di minatori che, dall’800 ai primi anni ’70 del secolo passato, hanno lavorato in condizioni, a dir poco proibitive, all’interno del gelo e del fuoco dell’inferno della miniera, rubando poche percentuali di mercurio da un cinabro, pane del tempo assieme alla castagne e al tozzo d’avanzo che, prima di partire, aveva asciugato la minestra nella “sportina” o fatto compagnia al companatico. Una visita dovuta per la tipologia del sito, unico del suo genere sull’Amiata, in armoinia con gli obiettivi della Terza Runione del Re.Mi., che si pone la conoscenza dei siti geominerari italiani anche attraverso questo tipo di iniziative. Alessandro Stevanon (parchi minerari della Val d’Aosta), ha testimoniato la sua ammirazione e interesse per il Villaggio del Siele e per la zona mineraria di Abbadia S. Salvatore, visitata il giorno prima, per il fatto che siano luoghi dove il ciclo di produzione è completo: dall’estrazione del cinabro, al suo trattamento fino alla produzione del mercurio e al suo imbombolamento con tanto di base logistica.
La visita delle delegazioni della Re.Mi e degli intervenuti, è iniziata all’interno della Galleria Emilia, oltre trecento metri di cammino, che diventano in tutto più di seicento col ritorno, percorsi all’interno del budello color rosso che si infila nelle viscere della terra; i presenti, a piccoli gruppi, dopo quella di Abbadia nel giorno prima, hanno percorso in sicurezza la galleria fino al pozzo, affianco alle guide gli ex minatori, ascoltando e vedendo parte delle condizioni di lavoro e della vita del tempo. Un’oscurità illuminata dalle attuali luci per la sicurezza, ma che diviene oscurità, quasi buio, al pozzo che raccoglieva il materiale come fosse ancora arteria per le gallerie come vene, e che, col cinabro, ha ingoiato troppi uomini. L’uscita, giù in fondo al rosso budello, ha indicato naturalmente il percorso verso i grandi forni Pacific e Spirek più in là, dove, altre guide, ne hanno spiegato il funzionamento, il processo produttivo dell’impianto e del percorso ferroviario dei carrelli ancora poggiati sui binari presenti; curiosità e quasi incredulità nel vedere macchinari industriali in parte ancora efficienti (cuscinetti e ingranaggi incredibilmente efficienti dopo decine d’anni, intemperie e gelo). La visita si è conclusa con l’omaggio alla Cappellina del Minatore, la piccola chiesa restaurata, luogo vero di preghiera per gli operai prima di entrare al lavoro, e delle altre sale completamente rinnovate, sedi di attrezzature scientifiche per lo studio dei minerali, della flora e della fauna locali; attenzione è stata dedicata al ripristino architettonico dei locali dei vecchi locomotori, progettato dall’arch. Anna Maria Carbonel.
Un’area, quella del Siele, bonificata anni fa, sicura e, in parte, restaurata, che vedrà in futuro altri interventi di ripristino e riqualificazione, come quello alla villa direzionale (Rosselli). Così come quelli, più importanti e già finanziati, relativi alla bonifica dell’area mineraria di Abbadia San Salvatore.

La visita alla Rocca di Piancastagnaio, con all’interno la mostra di pittura del Maestro salvadoregno Ricardo Carbonell,  è stata, prima del convivio conclusivo, l’ultimo degli appuntamenti della tre giorni dedicata ai “Luoghi del Mercurio”. Una visita, che, oltre a presentare il centro amiatino alle delegazioni Re.Mi., è voluta essere anche l’occasione per un sobrio ritrovo, motivo di scambi di impressioni sui giorni trascorsi sull’Amiata, riflessioni e raffronti con le realtà di ciascuno. In Italia, si sa bene, questi sono tra i momenti da cogliere un po’ da parte di tutti, dove l’assenza di scrivanie o eccessive formalità, possono influenzare rapporti o scelte.

Riprendendo le parole iniziali, è necessario fare i complimenti per la bella iniziativa, ricca di informazioni, formazione, storia, cultura ed emozioni.; un evento condiviso e disponibile verso l’altro; la bellezza fa di questi scherzi all’uomo che, improvvisamente, diviene più osservatore, più accorto e più docile nell’idea di un giudizio che quasi teme di dare. Un’Amiata che si è presentata bella, unita, sorridente e cordiale alle Istituzioni, alla Re.Mi. e, soprattutto, all’opinione pubblica. La miniera può essere il giusto collante tra i vari popoli amiatini, che per natura e non sempre per volontà predefinita, potrebbe unirli concretamente, almeno mettendo alla solita ora gli orologi delle torri per superare molte delle divisioni alimentate dai singoli protagonismi, prima che nuove legiferazioni o sgarbate convenienze economiche lo impongano senza volontà d’animo.

Permette un ringraziamento al Parco Nazionale Museo delle Miniere del Monte Amiata e al Parco Museo delle Miniere di Abbadia S. Salvatore, a ISPRA, alla Regione Toscana,  alle delegazioni della Re.Mi., a coloro che hanno rilasciato dichiarazioni ai nostri microfoni (in calce all’articolo la play list, raggiungibile anche su https://www.youtube.com/playlist?list=PLKKmlSpDYZ8Rjwf2NLLkJyRMeNhbuzrMe), ai dipendenti ISPRA che si sono rapportati direttamente con noi, alla compagnia Arcadia e agli ex minatori, che, a dire il vero, ex non lo sono davvero.

(Nella foto scattata dalla Dott.ssa Roberta Carta di ISPRA – Re.Mi.: da sinistra, Francesca Messina, Rossella Sisti e la dottoressa Agata Patanè, tutte ISPRA – Re.Mi)