Home Cosvig Amiata: Gelo fuori stagione, faggi bruciati

Amiata: Gelo fuori stagione, faggi bruciati

411
0
CONDIVIDI
Un intero bosco dell’Amiata messo ko dal brusco calo delle temperature a inizio maggio

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

Striscia di faggi dell’Amiata rossi di maggio. Invece di essere verdeggianti, come sempre, sono “bruciati”, rosseggianti come d’autunno. È stata la gelata che si è verificata l’8 di maggio che per fortuna non è arrivata nei vigneti, negli oliveti e nei castagneti. Già altre volte anni addietro è successo. Le piante faranno le loro cacciate dalle gemme dormienti che non hanno subito danni, bisogna aspettare almeno un mese poi la montagna tornerà tutta verde. Così, almeno, gli esperti di ambiente commentano questo fenomeno che non è la prima volta che capita. «È successo, in passato – rammentano – anche alle viti. Il gelo colpisce certe zone esposte in genere a tramontana e se ci sono già le gemme è un disastro». «Questa situazione è foriera di nulla di buono» commenta Enzo Biagini, un appassionato di ambiente, ricordando quello che diceva suo nonno. Tutti gli esperti, insomma sono concordi nel dire che la gelata dell’8 di maggio ha bruciato i faggi della montagna, contestando qualche irriducibile che ha avanzato l’ipotesi che la “bruciatura” fosse dovuta alla geotermia. Ma tutti ricordano che il fenomeno, sebbene per fortuna non frequente si verifica ogni volta che a primavera inoltrata, con gemme e foglioline già spuntate, arriva una gelata fuori stagione. E come osservano i castanicoltori, fortunatamente la gelata ha risparmiato i castagno, la fascia vegetazionale proprio sotto alle faggete. Faggi e castagni che costituiscono la veste verdeggiante della montagna amiatina ed è da qualche anno che sono duramente colpiti. Quest’anno è toccato ai faggi. Ma da anni i castanicoltori combattono col dannosissimo cinipide galligeno che non accenna a retrocedere». Infatti, nonostante i lanci di Torymus sinensis, l’insetto antagonista del cinipide, quest’anno i castagni sono pieni di galle, molto più dell’anno scorso. Una situazione drammatica che ha spinto anche il presidente dell’associazione castagna Monte Amiata, Lorenzo Fazzi, a chiedere lumi agli esperti della Regione Toscana. I quali hanno risposto che manderanno i loro esperti per un monitoraggio. Intanto le piante si presentano con le foglie già accartocciate e i rami dalla base alla vetta piene di galle: «La situazione è davvero drammatica – incalza Mariella Frediani che ha un castagneto di marron buoni nella parte bassa di Castel del Piano – qualche settimana fa le fronde rosseggiavano come fossero fronde di ciliegio». Adesso le piante nemmeno fanno ombra. «Ci hanno detto – prosegue Frediani – che nel Piemonte, dopo il trattamento col Torymus sono stati ottenuti risultati incoraggianti. Ma qui da noi non è così. L’anno passato sembrava di aver veduto qualche miglioramento. Purtroppo questa primavera ha portato una recrudescenza terribile che ci fa temere del futuro raccolto.  E se togliamo questo supporto economico al Monte Amiata sarà un disastro per tutti, castanicoltori e filiera legata a questa tipologia di prodotto».