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Amiata, chiusa la centrale geotermica PC2. Bramerini: “Risultato importante”

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Alle 8.57 di martedì scorso è stata fermata definitivamente e tolta dal servizio la centrale geotermoelettrica PC2. E’ cessata così, dopo 42 anni, l’attività di una delle realtà più impattanti sul territorio amiatino.

Fonte: In Toscana.it

Autore: Chiara Bini

La chiusura della centrale è il primo atto concreto per l’attuazione del Progetto di Riassetto di Piancastagnaio, già previsto dal protocollo d’intesa firmato da Regione Toscana, Comuni  e Enel Green Power, il primo passo verso la riambientalizzazione della zona che porterà a migliorare  la compatibilità dell’attività geotermica  con il comprensorio amiatino.
La dismissione della centrale, da tempo programmata, è stata resa possibile grazie alla realizzazione di un nuovo termodotto (a cura di Enel Green Power) che fornirà il calore alle serre di Casa del Corto dalla centrale di PC3. La nuova opera, attualmente in fase di collaudo, consentirà di distribuire calore per usi termici anche a nuovi utilizzatori  come artigiani e imprese o singoli privati che ne faranno richiesta. Mentre l’edificio della centrale verrà riqualificato e destinato a nuova sede per il personale operativo dell’Area Geotermica.

“La chiusura di PC2 è un importante risultato che il territorio attendeva da tempo e rappresenta uno degli impegni più significativi previsti nel protocollo d’intesa firmato tra Enel Green Power e enti locali – ha detto l’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini –  un risultato che azzera il funzionamento della centrale più obsoleta e impattante”.

“La chiusura definitiva della centrale di PC2 – ha aggiunto Massimo Montemaggi responsabile geotermia Enel GreenPower- rappresenta il coronamento degli sforzi congiunti  tra Enel Green Power e Istituzioni ed è il primo tangibile risultato di un nuovo modo di operare della nostra azienda volto ad un miglior rapporto con il territorio e con le istituzioni che lo rappresentano. Enel Green Power  ha realizzato il nuovo termodotto, il cui costo ha superato i 4 milioni di euro, nel rispetto degli impegni presi nel protocollo d’intesa , nei tempi concordati, al solo scopo di garantire ricaduta occupazionale, per le aziende già presenti a Casa del Corto e per le nuove che vorranno fruire del calore a basso costo, migliorando la compatibilità ambientale dell’intera risorsa geotermica”.