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Ambiente, Toscana: Pm10, Pm2.5, biossido di azoto e ozono: la qualità dell’aria in Toscana vista dall’Arpat

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Per il particolato le peggiori performance a PT-Montale e LU-Capannori, per l’NO2 nel traffico di Firenze e Siena. Le maggiori criticità legate all’ozono

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

In attesa che nei prossimi mesi l’ARPAT renda disponibile la relazione annuale relativa alla qualità dell’aria toscana nel 2017, – che offre, ricordiamo, il quadro completo su tutti i parametri monitorati all’interno della rete regionale -, l’Agenzia rende nota una panoramica su alcuni elementi di grande interesse: i particolati Pm10 e Pm2.5, il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3). Se non si rilevano situazioni drammatiche, permangono alcune criticità.

Per quanto riguarda il Pm10 la concentrazione media regionale registrata nel 2017 è pari a 22 µg/m3, stabile rispetto al 2016, e il valore limite relativo all’indicatore della media annuale di Pm10 è stato rispettato in tutte le stazioni della rete regionale; anche il limite dei 35 superamenti della media giornaliera di 50 µg/m3 nel 2017 è stato rispettato in tutte le stazioni, con due eccezioni delle stazioni di fondo: PT-Montale (che ha registrato 36 superamenti) e LU-Capannori (55).

Se ne deduce che il numero dei superamenti è disomogeneo da una zona ad un’altra della regione, con una maggior incidenza nelle due zone di Prato e Pistoia e del Valdarno pisano e Piana lucchese, mentre i superamenti del valore limite giornaliero sono invece quasi assenti nelle zone costiera e collinare e montana (con eccezione della stazione di LU-Fornoli).

Osservando poi il particolato Pm2,5, ARPAT riporta una media regionale 2017 di 15 µg/m3.

Anche in questo caso il limite normativo di 25 µg/m3, riferito all’indicatore della media annuale, è stato rispettato in tutte le stazioni della rete regionale, ma i valori più alti di Pm2,5 – analogamente al Pm10 – sono stati registrati dalla stazione di LU-Capannori e da quella di PT-Montale: le zone di PO e PT e del Valdarno pisano e Piana lucchese hanno registrato entrambe una media annuale di 18 µg/m3 di Pm2,5 nettamente superiori ai valori delle altre zone.

Superamenti (in 3 stazioni della rete regionale) si sono invece verificati per il valore limite relativo all’indicatore della media annuale del biossido di azoto: si tratta di 3 stazioni di traffico urbano, 2 delle quali sono collocate nel comune di Firenze (FI-Gramsci e FI-Mosse) e 1 nel comune di Siena (SI-Bracci).

Anche la media regionale rilevata nel 2017 (23,5 µg/m3) è stata leggermente superiore a quella dell’anno precedente, anche se – confrontando le medie annuali di NO2 degli ultimi due anni – si nota che per ciascuna stazione i valori medi si sono mantenuti piuttosto costanti dal 2016 al 2017.

Nel 2017 il limite di 18 superamenti della media oraria di 200 µg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni di rete regionale, anche se si è verificato un episodio di concentrazione media oraria maggiore di 200 µg/m3, presso la stazione di FI-Gramsci.

Più critica, infine, la situazione riguardante l’ozono in particolare per le zone interne toscane, con superamenti che si sono comunque verificati in tutte le zone della regione: il valore obiettivo per la protezione della popolazione non è stato infatti rispettato nell’80% delle stazioni, anche se non si è verificato invece alcun superamento della soglia di allarme (media oraria di ozono pari a 240 µg/m3).