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Ambiente, Energia, Toscana: Boschi e teleriscaldamento, un’opportunità per i Comuni montani toscani

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AIEL: la filiera energetica del cippato locale crea da 7 a 15 volte più occupazione rispetto alle fonti fossili, producendo un decimo della CO2

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Con oltre 1 milione 150 mila ettari di boschi, la Toscana è la regione con più foreste d’Italia: compongono il 50% del territorio regionale, e il 10% della superficie boscata d’Italia.

Dei circa 5 milioni di mc di legna prodotti ogni anno se ne utilizza però solo il 40% (2 milioni mc circa), mentre il resto va ad incrementare la massa legnosa, la cui crescita annuale è dunque nettamente superiore al prelievo.

Proprio per queste caratteristiche, quello toscano è un territorio che presenta condizioni favorevoli per lo sviluppo di moderni impianti centralizzati automatici a cippato, collegati a reti di teleriscaldamento: se correttamente progettati e installati, questi impianti mostrano bassi impatti sull’ambiente e sulla qualità dell’aria, rappresentando al contempo un’efficiente valorizzazione energetica del legno rinnovabile in sostituzione dei combustibili fossili.

Partendo da questi presupposti, per informare i Comuni montani e i loro cittadini sui benefici ambientali e socio-economici che derivano dall’uso energetico del cippato in minireti di teleriscaldamento, oltre a presentare la misura 7.2 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Toscana e gli incentivi previsti dal Conto termico 2.0, AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) con il patrocinio del Comune di Pratovecchio-Stia e dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, ha organizzato il 27 aprile il convegno “Calore rinnovabile dal cippato per i comuni montani della Toscana e del Centro Italia, azioni concrete per contrastare i cambiamenti climatici e sviluppare l’economia locale”.

L’evento, svoltosi presso il Comune di Pratovecchio-Stia e comprendente una visita alla minirete di teleriscaldamento a cippato di Rassina, ha consentito di approfondire le ragioni che consigliano uno sviluppo efficiente e sostenibile della filiera bosco–legno–energia, in particolare grazie al Progetto Integrato di Filiera (PIF).

Si tratta di un progetto della Regione chiamato PIF Foglie (Filiera Organizzata del Gruppo Legname Innovativo ed Energia), partecipato da vari soggetti imprenditoriali della produzione primaria, della trasformazione e della commercializzazione; i protagonisti dell’intero ciclo produttivo delle biomasse legnose toscane partecipano ad un Accordo di filiera finalizzato alla realizzazione di investimenti per l’accrescimento del valore economico delle foreste, il sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole o l’elaborazione di piani di gestione forestale.

L’uso del cippato da lavorazioni boschive locali consentirebbe così di creare filiere sostenibili con numerosi benefici socio-economici e ambientali per il territorio: creazione di valore aggiunto e occupazione, incremento del potere di acquisto della comunità, maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico, riduzione delle emissioni climalteranti.

In media infatti, sottolinea AIEL, la filiera energetica del cippato locale crea da 7 a 15 volte più occupazione rispetto alle fonti fossili. A parità di calore utile prodotto, al contempo, le fonti fossili producono circa 10 volte più CO2 del legno rinnovabile.