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Ambiente, Agricoltura, Sviluppo, Amiata: Se mantenere la biodiversità può diventare un business

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Dopo mesi di lavoro e dopo aver coinvolto tutti i soggetti interessati è stato approvato e firmato, ad Arcidosso il progetto integrato territoriale (Pit) chiamato «Diversità Basic» e dove appunto «Basic» sta per «diversità biologica amiatina in una strategia integrata condivisa».

Fonte: La Nazione, Cronaca di Grosseto – Pagina Arcidosso

Autore: Nicola Ciuffoletti

Si tratta di un progetto importante per tutta l’Amiata grossetana da presentare alla Regione Toscana in relazione ad un Bando Multimisura sui Pit, a valere sul Piano di Sviluppo Rurale. Capofila di questo progetto che vede coinvolti 99 soggetti, cui 78 partecipanti diretti fra agricoltori e possessori di fondi agricoli (67), enti pubblici (comuni dell’Amiata grossetana) è l’Associazione Genomamiata.
ALLA BASE c’è un accordo territoriale dove i partecipanti diretti, quelli indiretti e i sottoscrittori hanno aderito ad un accordo territoriale finalizzato alla soluzione di alcune criticità individuate che caratterizzano il territorio in questione, attraverso la realizzazione di investimenti. Il «Diversità Basic» contiene al suo interno 98 progetti, per un investimento complessivo di oltre 3 milioni di euro (se approvato dalla Regione) e punta al mantenimento della biodiversità animale e vegetale e al miglioramento dello stato di conservazione delle aree ad alto valore naturalistico e del paesaggio rurale, al recupero di aree degradate per dissesto o abbandono, alla salvaguardia del paesaggio storico ma anche alla resilienza ai cambiamenti climatici.

L’Associazione Genomamiata, guidata dal Presidente Lorenzo Fazzi, in caso di finanziamento del Pit assumerà l’onere di coordinare l’attività dei partecipanti, garantire il rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione dell’accordo territoriale e curare i rapporti con la Regione Toscana per tutto ciò che attiene la realizzazione e il buon esito del progetto.
«QUESTO progetto, se finanziato, – afferma Fazzi – può dare una risposta importante al territorio dell’Amiata in un’ottica di sviluppo sostenibile ed ambientale, vista anche la portata degli investimenti»». Dal punto di vista tecnico il progetto è coordinato da Giovanni Alessandri dello Studio Agricis. Il Pit inoltre prevederebbe un contributo a fondo perduto complessivo di 2 milioni e 900 mila euro. Fra le operazioni che vengono attivate nel Pit, vi sono ad esempio la conservazione e ripristino degli elementi caratteristici del paesaggio, salvaguardia e valorizzazione della biodiversità, piuttosto che investimenti non produttivi per il miglioramento della gestione e la tutela delle risorse idriche. Importante è stato anche il sostegno delle associazioni professionali agricole.