improbabile che sia ricorso ad incentivi di varia natura… ma i lavori sono incominciati. L’edificio interessato alle opere non ospita un inquilino qualsiasi ma, con lui, la famiglia più potente del Pianeta. Quindi, i nomi: Barack Obama e Casa Bianca. La notizia, quest’estate, ha fatto il giro del mondo, come si conviene quando ci sono di mezzo soggetti di tanta fama. Quando basta per amplificare il nocciolo della notizia. Ovvero, l’installazione di pannelli fotovoltaici. A dire il vero, il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti ne aveva dato annuncio tre anni fa, a conferma che anche i potenti non mantengono la parola o incontrano intralci di varia natura. D’altronde, l’utilizzo delle rinnovabili completa il quadro ecoresidenziale della famiglia che vanta anche il notissimo orto biodinamico della first lady Michelle.
È pure vero che l’amministrazione Obama si è sempre mostrata sensibile alle tematiche ambientali, anche se talvolta i gruppi ambientalisti hanno censurato numerose aperture a varie lobby energetiche (vedi il caso shale gas).
Tuttavia, vale la pena di ricordare che già alla fine degli Anni Settanta, il presidente Jimmy Carter dotò di 32 pannelli solari il tetto della Casa Bianca, non per la produzione di elettricità ma per la fornitura di acqua calda. Il presidente Ronald Reagan li rimosse nel 1986 mentre nel 2003, George W. Bush fece installare un impianto fotovoltaico su un edificio di manutenzione e due unità termiche solari per il riscaldamento della piscina della Casa Bianca.
Da notare che il prezzo dei moduli solari è sceso del 97 per cento dai tempi di Carter e che oggi l’industria fotovoltaica – secondo l’associazione statunitense delle industrie solari – dà lavoro a più di 120.000 persone e genera elettricità sufficiente ad alimentare più di 1,3 milioni di case americane. A questo punto, qualcuno potrebbe sognare un Quirinale fotovoltaico?
