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Al via la sperimentazione a Ponte Arche per l’installazione di sonde geotermiche

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La sperimentazione è volta a verificare che non vi siano interferenze tra la presenza delle sonde geotermiche e le acque delle sorgenti termali di Comano Terme

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

La Provincia Autonoma di Trento ha recentemente aggiornato (ad agosto di quest’anno) la Carta della Geotermia, un documento comprendente le normative che regolamentano la realizzazione di impianti geotermici a circuito chiuso e una cartografia che ne vincola la collocazione in virtù di principi di tutela idrogeologica.

L’aggiornamento si è reso necessario considerando il fatto che negli ultimi anni anche in Trentino si sta diffondendo sempre più l’utilizzo della risorsa geotermica, principalmente per il riscaldamento degli edifici. Le richieste da parte di privati e soggetti pubblici all’installazione di sonde geotermiche –secondo i dati del Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento- sono 15-20 all’anno, per impianti che vanno da 1 a 4 sonde.

La prima "Carta della Geotermia" è stata approvata a fine 2009, per garantire la salvaguardia qualitativa e quantitativa delle acque sotterranee, permettendo al tempo stesso il ricorso alla geotermia già allora considerata una valida alternativa ai combustibili tradizionali sul territorio trentino.

Nella carta delle limitazioni sono individuate le aree del territorio provinciale che, presentando elementi di potenziale rischio ambientale a seguito di una eventuale installazione di sonde geotermiche e sulle quali la Giunta provinciale ha posto il divieto.

Le aree nelle quali viene fatto divieto di installare sonde geotermiche, sono distinte in quattro categorie:

a) aree potenzialmente interessate da manifestazioni geotermiche, idrotermali o minerali già sfruttate e/o sfruttabili;

b) aree di rispetto idrogeologico delle sorgenti, dei pozzi e delle acque superficiali utilizzati a scopo potabile con qualsiasi portata, comprese le sorgenti di acque minerali in concessione, nonché le sorgenti ritenute strategiche per le peculiari caratteristiche di qualità, quantità e vulnerabilità, ancorché non sfruttate per uso umano, che potrebbero costituire riserve future, così come riportate nella “Carta delle risorse idriche” adottata ai sensi del Piano Urbanistico Provinciale;

c) aree caratterizzate da frane superficiali, rotazionali, traslative e da deformazione gravitative profonde di versante (DGPV), che per la loro natura sono caratterizzate da movimenti del terreno che potrebbero comportare la rottura (nel sottosuolo) delle sonde geotermiche;

d) aree prossime a faglie sismiche presunte attive.

Tra queste aree in cui l’installazione di sonde geotermiche è vietata, compare anche Ponte Arche, nel Comune di Comano Terme, proprio per la presenza di “manifestazioni geotermiche, idrotermali o minerali già sfruttate e/o sfruttabili”.

Tuttavia a Ponte Arche, sarà avviata una sperimentazione per verificare la possibilità di installare sonde geotermiche a circuito chiuso, a condizione che non interferiscano con le acque attualmente utilizzate per scopi termali.

Il Consorzio Elettrico Industriale di Stenico (CEIS), è infatti interessato all’utilizzo del calore geotermico per la climatizzazione della propria sede amministrativa ed ha per questo motivo chiesto l’autorizzazione all’installazione di sonde geotermiche a circuito chiuso.

L’autorizzazione sarà però subordinata ad un periodo di sperimentazione di 4 anni , suddiviso in due fasi, -al quale la Giunta Provinciale ha dato nei giorni scorsi il via libera– finalizzato alla verifica di alcune condizioni dettate dal Servizio Geologico della Provincia trentina. Nella prima fase di sperimentazione, che durerà circa sei mesi, verrà realizzato e messo in funzione un impianto costituito da una sola sonda geotermica, ubicata nella parte centrale dell’abitato di Porte Arche. Se non verrà rilevata alcuna anomalia nella temperatura delle acque del sottosuolo oggi utilizzate dalle terme, si passerà alla seconda fase, che prevede l’installazione di un numero crescente di sonde (fino a 5) il cui funzionamento si protrarrà per un periodo di tre anni.

Al termine di questo periodo, i dati raccolti saranno elaborati e, se sarà dimostrata la non interferenza tra l’utilizzo geotermico con pompe di calore a circuito chiuso e l’acquifero che alimenta le Terme di Comano, sarà valutata la fattibilità di una revisione dell’area di limitazione e le sonde geotrmiche potranno quindi essere autorizzate.