Una proposta di legge presentata dal senatore Jon Tester dello Stato del Montana avrebbe fissato un obiettivo di 50.000 MW di energia geotermica entro il 2025. "La terra del Montana contiene alcune delle migliori fonti di energia rinnovabili nel mondo, e dovremmo essere leader della nazione per aumentare la nostra indipendenza energetica e ridurre la quantità di carbonio che abbiamo immesso in atmosfera. Lo sviluppo delle risorse geotermiche del Montana espanderanno il nostro portafoglio energetico e creeranno ben retribuiti posti di lavoro che non possono essere esternalizzati", ha spiegato in un comunicato stampa il Senatore.
Il disegno di legge dovrebbe anche rendere più facile per i produttori di petrolio e gas naturale la produzione di energia geotermica, perché non dovrebbero più competere per contratti di concessione in modo convenzionale. Attualmente, il BLM (Bureau of Land Management) cioè l’ente governativo che gestisce il governo del territorio, ha ben più di 800 contratti di concessioni geotermiche, ma attualmente solo 59 hanno lo status di produzione, per un totale di circa 1500 MW di capacità geotermica su terreni pubblici, con circa 1,5 milioni di case che ricevono energia elettrica da questa fonte.
"Secondo un rapporto della Western Governors Association (WGA), lo sviluppo a breve termine di 5.600 megawatt di energia geotermica potrebbe portare alla creazione di circa 100.000 posti di lavoro, che sarebbero i benvenuti, e sarebbero posti di lavoro qualificati. Naturalmente, i nuovi impianti geotermici fornirebbero elettricità pulita ai consumatori che altrimenti dovrebbero continuare a contare su quella prodotta da combustibili fossili”, prosegue il senatore nel suo comunicato stampa.
La US Energy Information Administration ha stimato che la fonte geotermica negli Stati Uniti potrebbe quadruplicare dal 2012 al 2040. Alcune ricerche hanno indicato che i sistemi geotermici avanzati potrebbero consentire alle imprese del settore di espandere la geotermia fino a 100.000 MW nei prossimi decenni. Non è un caso che anche colossi informatici come Google abbiano investito in questa tecnologia, con oltre 10 milioni di dollari per finanziare studi nel settore.
