Il libro illustra il primo e unico studio effettuato relativamente ai fenomeni geotermici del territorio veronese, grazie a ricerche, studi ed approfondimenti coordinati e diretti dal Museo di Storia Naturale e durati alcuni anni. Gli autori, collaboratori del Museo e di altri istituti di ricerca nazionali, attraverso l’esame di varie situazioni geologiche e chimiche, hanno studiato le acque termali del territorio provinciale e fornito nuove conoscenze e interpretazioni sull’idrotermalismo del Veneto occidentale, anche per permetterne un utilizzo razionale a scopi energetici.
La ricerca ha consentito di delimitare, su base cartografica, le aree termali del veronese suddividendole in due distretti principali all’interno dei quali e` stato possibile distinguere «campi termali» caratterizzati da omogenee condizioni geologiche, termometriche e chimiche. Nei due distretti termali, uno verso Caldiero (distretto «A» o della pianura orientale) e l’altro attorno a Sant’Ambrogio di Valpolicella (distretto «B» o della pianura settentrionale), sono state misurate temperature rispettivamente tra 15 – 31 gradi centigradi e 15 – 46. Nell’area morenica, invece, le zone caratterizzate dalla presenza di acque calde a temperature più elevate sono comprese tra le frazioni di Piovezzano e Colà di Lazise dove, a profondità comprese tra circa 140 e 240 m, l’acqua ha una temperatura variabile da 35 a 52 gradi.
La ricerca ha fornito anche una serie di informazioni applicative sulla risorsa termale finalizzata a promuovere l’uso razionale della geotermia a scopi energetici. Il calore geotermico, che tende a dissiparsi verso la superficie originando un persistente flusso termico verso l’esterno, si presta ad essere utilizzato per scopi geotermici in svariati modi e può costituire a tutti gli effetti una forma di energia pulita, rinnovabile ed ecosostenibile.