Dal 6 al 10 giugno il CiRAA – Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico-Avanzi" – ha ospitato educatori e formatori provenienti da vari Paesi europei (Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Regno Unito), coinvolti in percorsi di formazione formali e non formali e attivi nel settore agricolo e ambientale. Nel corso delle cinque giornate è stato realizzato un seminario sul tema dell’Agricoltura Sociale (AS) che ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori del nostro ateneo e di altri soggetti, sia pubblici che privati, che da anni sono coinvolti a vario titolo nelle pratiche di AS.
Sono state inoltre realizzate visite conoscitive ad alcune aziende agricole e associazioni presenti sul territorio toscano che nel tempo hanno sviluppato progetti di AS. Tra le realtà visitate, particolare attenzione è stata data al progetto Orti E.T.I.C.I.(acronimo di Orticoltura, Economia, Tecnica e Inclusione soCiale Innovativa), progetto nato dalla collaborazione tra soggetti del mondo del privato, del pubblico e del terzo settore con l’obiettivo di promuovere integrazione sociale attraverso la produzione di cibo e l’inserimento lavorativo di persone con bassa capacità contrattuale.
I partner del progetto sono la Cooperativa Sociale Ponteverde Onlus, la Cooperativa sociale Arnera, l’azienda agricola BioColombini, il Centro di Ricerca Agro-Ambientale E. Avanzi (CiRAA), il dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa, l’Ateneo Pisano, costituiti in associazione temporanea di impresa (ATI).
Questa attività di formazione si inserisce nell’ambito del progetto Erasmus+ dal titolo Life From Soil, che vede da settembre 2015 il coinvolgimento del CiRAA e il coordinamento locale da parte della dott.ssa Roberta Moruzzo. Obiettivo generale del progetto è quello di arrivare alla condivisione di conoscenze e di buone pratiche in ambito di agricoltura sociale e sostenibile, concentrandosi sui bisogni di formazione e istruzione di specifici gruppi target (formatori, insegnanti, professionisti e rappresentanti delle autorità locali coinvolti in percorsi di formazione formali e non formali e gruppi di persone vulnerabili – disoccupati, studenti, minoranze etniche svantaggiate, migranti).
Le attività del progetto saranno primariamente focalizzate sulla predisposizione, preparazione, testaggio e sulla diffusione degli strumenti di apprendimento (linee guida su best practice, corsi di formazione a moduli e dimostrazioni pratiche – pilot specifici e test – per la valutazione degli strumenti di apprendimento).
Per condividere e sviluppare conoscenze, stabilire gemellaggi e collaborazioni durevoli, il progetto svilupperà attività di apprendimento e insegnamento transnazionali, attraverso percorsi di mobilità coinvolgendo oltre 40 formatori ed educatori.