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Aiuti di Stato, ora l’Europa chiude un occhio: gli energivori tedeschi non paghino gli oneri sulle rinnovabili

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La Commissione europea ha detto che l’industria energivora tedesca non deve pagare gli oneri per gli incentivi alle rinnovabili, poiché non si tratta di aiuti di stato

Fonte: e-gazette

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Le esenzioni dal pagamento degli oneri per le fonti rinnovabili di cui godono le industrie energivore tedeschi sono in linea di massima conformi alle norme Ue sugli aiuti di Stato. Lo ha comunicato la Commissione europea al termine di un’indagine durata quasi un anno che ha approvato anche gli incentivi alle rinnovabili della legge tedesca Eeg del 2012. Quanto agli “sconti” per gli energivori, questi dovranno restituirne solo una parte per quanto riguarda gli anni 2013 e 2014, fase di transizione dalle vecchie alle nuove linee guida sugli aiuti di Stato.

La decisione di Bruxelles sembra confermare la volontà della Commissione di adottare una strategia più morbida in materia di aiuti di Stato all’energia allo scopo di “aprire” a una serie di sgravi agli energivori a determinate condizioni, al fine ultimo di preservare la competitività delle imprese europee.
Ascoltati i quattro paesi “forti” – La soluzione era stata invocata nel marzo scorso in una lettera inviata alla Commissione dai ministri dei quattro principali paesi europei, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia  nella quale si chiedeva sostanzialmente che l’Europa lasciasse maggiore libertà agli Stati membri in materia di aiuti pubblici all’energia, “affinché ogni nazione potesse determinare il proprio mix energetico in maniera autonoma”. “I criteri per le esenzioni delle industrie ad alta intensità di energia elettrica nel progetto di linee guida – si leggeva ancora nel documento congiunto –  lascerebbero i settori e le imprese esposte alla concorrenza internazionale a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio”.