È la riflessione di Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Pisa in relazione alla discussione finale sul Piano Lupi in sede di conferenza Stato-Regioni. Il Volterrano e il Pomarancino sono tra i territori, in Toscana, che hanno pagato il prezzo più alto per la presenza degli ungulati e della fauna selvatica. Sono centinaia, ogni anno, le segnalazioni che spesso non trovano riscontro nella richiesta di risarcimento danni. Nel 2016 sono state appena 11 le domande presentate per ottenere i risarcimenti a cui sono stati corrisposti 30mila euro di indennizzi, mediamente circa 2.700 euro per ogni singola azienda con casi che hanno anche sfiorato i 6mila euro di danni in un solo anno. «Occorre salvare le mandrie e le greggi che stanno subendo una strage silenziosa – aggiunge Aniello Ascolese, direttore Coldiretti Pisa – che sta provocando lo spopolamento delle montagne italiane dove, negli ultimi 10 anni, hanno chiuso almeno un terzo delle aziende agricole».
Coldiretti concorda sulla necessità di tutelare le specie animali in via di estinzione come prevede il Piano Lupo presentato dal ministro dell’Ambiente che – dopo avere ricevuto la validazione di 70 scienziati e il via libero tecnico all’unanimità della conferenza Stato-Regioni – è stato rinviato per il via libera al 24. Il piano, che prevede 22 azioni di conservazione della specie, affronta anche il tema nodale della risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell’uomo, nel pieno rispetto della normativa comunitaria e di quella nazionale. Proprio a questo scopo il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi, già prevista dalle norme italiane ed europee, avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione. «Auspichiamo che tali misure – aggiungono i due rappresentanti della Coldiretti pisana – siano confermate in sede di approvazione del piano».