L’associazione culturale per la Selva con l’aiuto e il supporto del Comune di Santa Fiora e di Genomamiata, la più importante associazione amiatina dedita alla salvaguardia dei genomi animali e vegetali, sta lavorando alla caratterizzazione genetica e nutraceutica delle antiche varietà di cipolle dell’Amiata.
La coltivazione è iniziata circa due anni fa negli orti dell’antico Convento della Santissima Trinità di Selva. Il progetto è coordinato da Giovanni Alessandri dello Studio Agricis ed ha come partner scientifici il CNR – IVALSA di Follonica guidato da Claudio Cantini; l’Università di Siena, Dipartimento Scienze della Vita con Marco Romi e Patrizia Salusti.
I lavori scientifici sono partiti da un’indagine genetica per discriminare le varietà di cipolla ritrovate sull’Amiata da altre varietà autoctone toscane e dalle cultivar commerciali; successivamente viene messa a punto la caratterizzazione dei principali profili nutraceutici e la comparazione con quelli provenienti dalle varietà commerciali; poi si procede allo sviluppo di un prodotto salutistico-funzionale con caratteristiche nutrizionali migliorate attraverso l’utilizzo di tecniche agronomiche mirate a ridotto impatto ambientale e infine sarà redatto un disciplinare di produzione per la tutela e valorizzazione della Cipolla dell’Amiata. L’ambizioso progetto si muove in linea con la legge regionale 64/2004 sulla tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale.
“La riscoperta e la valorizzazione economica dei prodotti autoctoni– spiega il consigliere comunale Alberto Balocchi – sta ottenendo attenzione non solo da parte del mondo scientifico ma anche dei piccoli produttori e dei consumatori, che sono sempre più consapevoli di quanto sia importante la provenienza e l’origine delle produzioni, per avere garanzie sulla qualità e la sicurezza agroalimentare. Ecco perché il progetto sulla cipolla di Selva, ha tutte le caratteristiche per portare valore aggiunto al nostro territorio. Grazie al finanziamento di 4mila euro della Regione Toscana, a cui si aggiunge la quota obbligatoria di compartecipazione al progetto di 1000 euro del Comune di Santa Fiora, la sperimentazione potrà andare avanti. L’obiettivo per i prossimi anni sarà quello di mettere in produzione e in commercio le vecchie cultivar amiatine di cipolla, diventando una risorsa di sviluppo.”