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Accordo sulla geotermia Toscana: 500 milioni dall’Enel Sviluppo dei soffioni in cambio di soldi a enti locali e ricerca

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C’è l’accordo sulla geotermia. Dai «soffioni» di tre province, Grosseto, Pisa e Siena, l’Enel si assicurerà senza altre polemiche 5 miliardi di chilovattora l’anno, un quarto del fabbisogno toscano, ma capaci di alimentare la rete di tutt’Italia. Nessun’altra regione può vantare una risorsa uguale.

Fonte: La Nazione, Cronaca Toscana

Autore: Sandro Bennucci

Firmeranno lunedì. Da una parte Fulvio
Conti, amministratore delegato dell’Enel, dall’altra Claudio
Martini, presidente della Regione e Anna Rita Bramerini, assessore
all’Ambiente. In mezzo un accordo valido fino al 2024 (ma con una
verifica fra 3 anni) che costerà all’azienda per l’elettricità
500 milioni di euro: 250 dei quali andranno alla Regione, alle
Province e ai Comuni.

L’INCREMENTO annuale è di circa 10
milioni: dagli attuali 6 a 16. Circa 40 milioni saranno corrisposti,
una tantum, per ogni nuovo impianto.

Del resto, i Comuni, che sono i veri
«padroni del vapore», finora non erano riusciti a ottenere il
giusto compenso per l’energia. Ossia il loro «petrolio». Altri
250 milioni saranno investiti dall’Enel nella ricerca e nel
miglioramento ambientale. Ricerca significa individuare nuove fonti
d’energia: a Venezia l’hanno ricavata dalle alghe. Miglioramento
ambientale vuol dire limitare le emissioni di anidride carbonica,
indirizzandole in grandi cavità naturali nel sottosuolo. Sparirà
l’impianto di Piancastagnaio 2, sostituito da un nuovo
«vapordotto». Piancastagnaio 2 doveva essere chiuso da tempo, ma è
stato tenuto in funzione per dare calore geotermico alle serre di
Floramiata, dove lavorano 230 persone. Alle quali vanno aggiunti i
dipendenti dell’indotto.

Il protocollo d’intesa, che avrà
l’attuazione pratica con la firma di lunedì, risale al 20 dicembre
2007. C’è voluto quasi un anno e mezzo di gestazione, per via di
vari ostacoli. Compreso l’intervento dell’antitrust, intenzionato
a verificare la durata delle concessioni Enel. Si assicura che i
comitati locali, preoccupati del magnifico ambiente amiatino, siano
riusciti ad ottenere le garanzie richieste.

L’ACCORDO riveste grande importanza
sia dal punto di vista energetico che da quello economico. La
geotermia, in Toscana, ha una storia plurisecolare. Già nel ’700
le farmacie granducali ricavavano acido borico dai soffioni. Nel’800,
Francesco De Larderel dà il suo nome al borgo, Larderello, dando il
via a uno sfruttamento più mirato del vapore. Fino al 4 luglio 1904,
quando il principe Piero Ginori Conti, marito di una nipote del De
Larderel, fece la prima perforazione capace di ottenere energia
elettrica. L’Enel arriva a Larderello nel 1963, con la
nazionalizzazione dell’elettricità. Lo sfruttamento dell’Amiata,
invece, cominciò una quarantina d’anni fa.

La firma di lunedì vale molto: oltre
ai 5 miliardi di chilovattora l’anno, a vantaggio dell’intero
Paese, garantirà cifre cospicue agli enti locali toscani e sensibili
miglioramenti all’ambiente.