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Abbadia San Salvatore. Il Presidente dell’AVIS Viro Pacconi: “Necessario aumentare il numero dei donatori e delle donazioni.”

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Dopo un positivo 2015, anche Abbadia San Salvatore e l’Amiata senese, registrano un preoccupante calo del numero delle donazioni nel 2016.
Le riflessioni del Presidente dell’AVIS della Provincia di Siena e di Abbadia S. Salvatore

Fonte: AmiataNews.it

Autore: Marco Conti

Dopo i recenti appelli da parte dell’Assessore Regionale al Diritto alla Salute, Sfefania Saccardi, resi necessari dalla preoccuapante diminuzione delle donazioni di sangue con la grave conseguenza della carenza, abbiamo incontrato Viro Pacconi, Presidente dell’AVIS della Provincia di Siena e della sezione comunale di Abbadia San Salvatore, per fare il punto della situazione, relativamente a un tema dagli importanti aspetti umanitari, sanitari e sociali.

Eppure l’AVIS di Abbadia San Salvatore, che vanta iscritti anche a Piancastagnaio e Vivo d’Orcia, aveva chiuso un 2015, tra le prime cinque dell’intera Toscana, con una media di quasi 2 donazioni/anno per donatore per un totale che ammontava a più di mille donazioni all’anno complessivamente.

Viro_Pacconi“Si, dopo un ottimo 2015, il 2016 è stato un anno generalmente difficile sotto l’aspetto delle donazioni in tutta la Toscana e anche nella provincia senese, compreso il territorio amiatino – ci dice il Presidente Pacconi – Gli appelli dell’Assessore Saccardi, sono una testimonianza di questa crisi nelle donazioni, che vede genericamente forte la carenza di sangue, in particolare dei Gruppi 0 positivo, 0 negativo, A positivo e A negativo. La provincia di Siena ha registrato un preoccupante calo del 4% rispetto all’anno precedente, con un valore percentuale leggermente superiore per la stessa Abbadia. Ci siamo interrogati su questa perdita di donazioni – continua Pacconi – arrivando alla conclusione che il fenomeno è dovuto a una serie di concause;
tra queste la a crisi economica che, storicamente, incide sotto l’aspetto umanitario e l’atteggiamento propositivo delle persone, essenziale per questo tipo di scelta. A questo dobbiamo aggiungere lo stile di vita di parte dei nostri giovani, che usano indossare piercing, tatuarsi la pelle, abusare di alcol, del fumo o di sostanze stupefacenti; giovani che potrebbero, vista la prevalenza di loro impegnati in attività sportive e la migliore qualità di sangue e plasma, essere ottimi donatori. A questi due elementi, dobbiamo aggiungere anche la precarietà del lavoro, che, in particolar modo sull’Amiata dove esistono aziende manifatturiere con cicli produttivi quasi mai interrompibili, non sempre agevola il richiedere i permessi di lavoro necessari nel giorno della donazione. Le cause possono essere comunque molte, come detto, ecco perché come AVIS stiamo facendo campagne di sensibilizzazione e informative ai diversi livelli della società, tra cui le scuole.”

L’AVIS di Abbadia San Salvatore ha 586 donatori attivi per un totale superiore alle 900 donazioni nel 2016, tra sangue e plasma; un numero sicuramente importante in rapporto alla popolazione residente (circa 9 donatori ogni 100 abitanti), con donatori anche di Piancastagnaio e del Vivo d’Orcia, Anche se i numeri, pur in questo periodo di crisi, rimangono importanti, è comunque assolutamente necessario cercare di incrementarli, considerando che la media delle donazioni è di circa 1,7 sacche/anno per donatore.

“Dobbiamo far comprendere alle persone l’importanza di essere donatori. – continua il Presidente dell’AVIS Pacconi – Donare il sangue rende felici le persone; lo vediamo ogni volta, condividendo la soddisfazione del donatore che ben sa di aver fatta un’opera di bene e meritoria, nella consapevolezza di essersi fatto carico della salute altrui. Inoltre, chi dona sangue o plasma, è controllato dal punto di vista sanitario e, dunque, sa, attraverso il controllo delle analisi del sangue, il proprio stato di salute. Il sangue, ad oggi, non si può creare in laboratorio, è necessario prelevarlo dalle persone donatrici e la necessità è in continuo aumento, anche per le nuove tecniche curative e operatorie. Per fare un esempio concreto, un trapianto di fegato, necessita tra le 40 e le 60 sacche di sangue, mentre, per un trapianto di cuore, ne occorrono almeno una ventina; questi numeri danno un po’ l’idea dell’importanza di essere donatori. Ogni modo, la mancanza di sangue più significativa, non è relativamente alle urgenze, dove c’è ad oggi copertura sufficiente, ma relativa agli interventi programmati, con rinvii, ad esempio, delle operazioni chirurgiche, con disagi e preoccupazioni per i pazienti e gli stessi medici, vista l’incidenza sulla programmazione dei singoli percorsi sanitari.” 

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Altre condizioni e necessità, ci sono relativamente al plasma, ovvero la parte liquida del sangue: “Molte persone non si rendono conto che c’è una carenza importante di plasma e, ad oggi, abbiamo difficoltà ad avere donatori, dovute a che ad aspetti organizzativi, vista anche il numero esiguo, almeno in provincia di Siena, per i prelievi. – continua Pacconi –  Altro elemento incidente, è anche una sorta di pregiudizio sull’utilizzo del plasma a favore delle case farmaceutiche in quanto molti pensano solo al fatto che esse ne hanno un giovamento economico. Questo può essere vero, ma, è anche vero, che le stesse aziende utilizzano il plasma per la ricerca e la produzione di farmaci salvavita, la cui assenza o miglioramento dovuto alla ricerca, avrebbe conseguenze evidentemente drammatiche sulla popolazione bisognosa.”

Con l’ultima normativa è possibile donare il sangue tra i 18 e i 70 anni, dopo aver effettuato la prevista visita mediaca. Gli uomini possono recarsi a un centro donazioni per il prelievo di sangue intero fino a 4 volte l’anno; è possibile invece donare il plasma una decina di volte l’anno.
“Per essere donatori bisogna iscriversi a un’associazione, nel nostro caso l’AVIS, che si preoccuperà di prenotare una visita medica che prevede la prima volta anche una serie di analisi e l’elettrocardiogramma e, ovviamente le analisi del sangue – precisa il Presidente Pacconi – Se tutto sarà nella norma, verrà rilasciata un’idoneità alla donazione; successivamente, ad ogni prelievo, pur in maniera ridotta, la visita verrà ripetuta così che, anche il donatore, possa conoscere  il proprio stato di salute in maniera periodica. Le visite, tra l’altro, hanno portato a conoscenza ad alcune persone alcune motivazioni sanitarie  impedimenti nella donazione, che, dopo la soluzione, hanno permesso di svolger questo compito sociale.”

Dunque tante sono le motivazioni per essere donatori, un ruolo di profondo valore interiore da condividere in una società a volte troppo disattenta al prossimo.
L’impegno istituzionale assieme a quello di Associazioni dedicate come AVIS, sono costanti sia sotto l’aspetto strutturale che informativo, attraverso iniziative collettive di indubbio interesse che vanno anche al di là del tema della donazione.
Un esempio quello di AVIS di Abbadia S. Salvatore che lo scorso Dicembre, ha donato dei defibrillatori alle Scuole locali (elementari, medie e superiori a dimostrazione dell’attenzione verso il prossimo. .

Proprio verso le scuole, gli interventi di sensibilizzazione e di una corretta informazione, si succedono periodicamente, rivolgendosi molto ai giovani con visite e colloqui di approfondimento con i ragazzi. Tra l’altro, l’IIS di Abbadia San Salvatore, nasce come Istituto dove la Chimica era il percorso formativo originario, ancora presente in maniera determinante nell’offerta formativa. Una motivazione in più per gli studenti, che hanno l’opportunità di avvicinarsi al mondo delle donazioni, anche attraverso lo studio e l’approfondimento didattico, comprendendo, attraverso la conoscenza degli elementi chimici presenti nel sangue e nel plasma, il significato della salute del proprio corpo e la necessità sociale della donazione.
Donare sangue fa bene a tutti noi, aiutiamoci a farlo.