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A rischio lo sviluppo del comparto geotermico

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Sono in forse cospicui investimenti nel settore se non sarà rivista la bozza del Decreto attuativo del DLgs. 28/2011 sulle rinnovabili che riduce gli incentivi. L’appello delle aziende tramite Co.Svi.G.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Sono in forse cospicui investimenti nel settore se non sarà rivista la bozza del Decreto attuativo del DLgs. 28/2011 sulle rinnovabili che riduce gli incentivi. L’appello delle aziende tramite Co.Svi.G.

L’emergenza per il comparto geotermico è particolarmente sentita in Toscana, dove gli effetti della politica di liberalizzazione e promozione del settore avviata da poco meno di due anni -con l’emanazione del DLgs. 22/2010 di riassetto della normativa- hanno già conseguito notevoli risultati.
Il timore degli operatori è che il riassetto degli incentivi alle rinnovabili elettriche (escluso il fotovoltaico) previsto nella bozza di decreto attuativo del DLgs. 28/2011, possa rallentare lo sviluppo del comparto geotermico, che gode di ottima salute, grazie alla liberalizzazione.
Il decreto che dovrebbe essere approvato –secondo gli ultimi rumors entro la fine di febbraio- prevede, infatti, una forte riduzione degli incentivi che potrebbe avere l’effetto di frenare i cospicui investimenti previsti da nuovi operatori.
Per questi motivi Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) si è fatto promotore di un’assemblea delle aziende che operano nel settore geotermico, presenti nel territorio toscano.
Dall’assemblea è emersa la necessità di chiedere un incontro con la Giunta Regionale e con il Governo, di cui si Co.Svi.G. si è fatto carico.
E’ stato, quindi, chiesto al Presidente della Regione Toscana e all’Assessore Regionale all’Energia e ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente di potersi confrontare per concordare gli interventi necessari ad evitare il rischio che venga frenato lo sviluppo di un settore strategico per il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea in tema di energia.
Nella riunione indetta da Co.Svi.G. tra gli operatori del settore geotermico toscano, è stato anche definito un percorso per arrivare nelle prossime settimane a un incontro nazionale di tutti i soggetti interessati nelle varie fasi della filiera geotermica, che proprio in questi mesi -per effetto della liberalizzazione del settore- si stava definendo in maniera concreta.
Sono circa 110 le richieste per nuovi permessi di ricerca di risorse geotermiche, da utilizzare per la produzione di energia elettrica e calore, presentate in poco più di due anni da parte di numerosi operatori, anche stranieri.
Sulla base della superficie totale dei permessi richiesti, e soprattutto di quelli che potranno essere autorizzati (la superficie presunta è prossima a 10.000 km2) si può ipotizzare che i fluidi reperibili possano essere sufficienti per l’installazione di alcune centinaia di MWe di nuova capacità di generazione entro il 2020.
Una situazione assai favorevole per il comparto geotermico nella sua totalità che potrebbe attivare investimenti, sia nazionali che internazionali, per oltre un miliardo di euro nell’arco del prossimo decennio.
Le ricadute di questi investimenti, fra l’altro, andrebbero prevalentemente a beneficio dell’economia nazionale, con il coinvolgimento degli operatori nel settore della ricerca, dei servizi, delle perforazioni e della realizzazione di impianti di generazione elettrica e termica.
Le richieste per i nuovi permessi di ricerca, infatti, fanno spesso riferimento alla possibilità di produzione elettrica utilizzando le medie tramite impianti a ciclo binario, a basso impatto ma che richiedono l’applicazione di tecnologie innovative che incideranno notevolmente sui costi di investimento e gestione degli impianti. Da qui la necessità di un adeguato livello d’incentivazione per consentire la sostenibilità economica dei progetti.
L’energia geotermica, unica fonte rinnovabile in grado di garantire continuità produttiva e certezza di disponibilità, può contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi che l’UE ha fissato per il 2020 ed in molti paesi Europei come Germania e Francia, i Governi nazionali e regionali hanno stabilito incentivi adeguati (>200 €/MWh) per favorire lo sviluppo sostenibile di nuovi progetti geotermici.
Se le anticipazioni riguardo al nuovo regime incentivante per l’Italia -in particolare per quanto riguarda le modalità ed i valori d’incentivazione dell’energia elettrica degli impianti che entreranno in esercizio dal 2013- fossero confermate, le prospettive di redditività del settore geotermoelettrico sarebbero sostanzialmente azzerate, vanificando i risultati già raggiunti.
Questo significherebbe, inoltre, determinare il fallimento dell’azione di liberalizzazione del mercato e di sviluppo dell’intero settore geotermico recentemente avviata, anche con ingenti investimenti già effettuati dalle imprese titolari di permessi di esplorazione.