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A Fukushima geotermia al posto del nucleare

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Sarà realizzata nel sito di Bandai-Asahi National Park la più grande centrale geotermica mai costruita nel paese dal 1999

Fonte: Rinnovabili.it

Autore: Fedora Quattrocchi

A leggere Michael Kitchen sul Wall Street Journal qualche settimana fa, che definisce la Prefettura di Fukushima il sito del più grande disastro nucleare al mondo – a mio avviso quello ucraino fu peggiore – si trova una interessante notizia. Il sito di Fukushima è stato scelto per ospitare una centrale a fonti rinnovabili, ma non quelle più note, i cui incentivi sono di nuovo stati a gran voce richiesti dal senatore Ferrante di fronte alla platea dell’Hotel Quirinale di Roma il 22 marzo, non appena Clini se ne era andato dalla sala.

Parlo delle rinnovabili geotermiche, di cui poco si discute e che non sono forse ben evidenziate nel Manifesto per un Futuro Sostenibile dell’Italia – oggetto della assemblea all’ Hotel Quirinale – redatto da Edo Ronchi e svariati altri firmatari.

L’immagine dell’hotel Quirinale quel giorno è emblematica: mai si sarebbe riempita così una platea per produzioni energetiche dei grandi impianti, nucleari o a carbone che siano. D’altra parte in pochi sanno e possono fare i grandi impianti: quasi tutti invece possono saturare gli spazi territoriali con eolico e solare!

Insomma a Fukushima una mega-centrale geotermica! Chi se lo aspettava così presto? Sarà la più grande centrale geotermica costruita nel paese dal 1999, nel sito di Bandai-Asahi National Park, con pozzi scavati nel parco nazionale.

La centrale geotermica produrrà circa un quarto dell’energia prodotta dalla centrale nucleare colpita dallo tsunami, e quindi solo indirettamente e secondariamente dal terremoto di magnitudo 9.0. Si ricorda, in questa sede, che in quell’occasione, a Fukushima,  non hanno funzionato pompe di acqua non edilizia antisismica! Anche questo rimanga ben chiaro a tutti.

L’energia dalla materia e l’energia dalla geotermia devono rimanere campi all’avanguardia della ricerca e tutte le tecnologie di produzione energetica debbono essere valutate ed incentivate, soprattutto nella fase di ricerca – non commerciale.