Un recente sondaggio commissionato a IPSOS dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale mostra come i cambiamenti climatici siano percepiti dagli italiani – per la prima volta – come la minaccia più rilevante a livello globale.
Un primato che però non trova riscontri, all’interno del medesimo sondaggio, per quanto riguarda i problemi percepiti come più gravi a livello nazionale.
Si tratta di una distanza che sembra suggerire la necessità di nuova e migliore comunicazione sul tema, in quanto purtroppo non trova riscontri nella realtà dei fatti.
Anzi: i più aggiornati dati scientifici mostrano come il riscaldamento globale sia più intenso nel nostro Paese rispetto alla media globale.
Mentre Copernicus – il programma europeo di osservazione della Terra – mostra che «la temperatura media degli ultimi 5 anni è stata di 1,1°C superiore alla media preindustriale (secondo la definizione dell’IPCC)», l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, che fa parte del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), informa infatti che «il 2018 è stato l’anno più caldo dal 1800 ad oggi per l’Italia. Con una anomalia di +1.58°C sopra la media del periodo di riferimento (1971-2000) ha superato il precedente record del 2015 (+1.44°C sopra la media). L’anomalia del 2018, se presa in esame singolarmente, non ci permette – argomentano dal Cnr – di trarre conclusioni relativamente alle tendenze in atto; tuttavia, se vista nel contesto degli ultimi 220 anni di storia climatica dell’Italia, è l’ennesima conferma del fatto che siamo in presenza di un cambiamento climatico importante per il nostro paese. Significativo è il fatto che tra i 30 anni più caldi dal 1800 ad oggi 25 siano successivi al 1990».
Come nel resto d’Italia anche in Toscana, naturalmente, i cambiamenti climatici rappresentano già oggi una solidissima realtà. Come documentano dal LAMMA, ovvero il consorzio pubblico nato tra la Regione Toscana e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per la nostra regione «il 2018 è stato il terzo anno più caldo dal 1955, con un’anomalia di temperatura media, rispetto al periodo 1981-2010, di +1,0°C».
E se non è record assoluto poco ci manca, dato che a precedere sul podio il 2018 ci sono solo anni «impercettibilmente più caldi» come il 2003 e il 2014, quando l’anomalia era di +1,1°C.